Recensione nel tempo di un caffè

High Flying Bird è un film del 2019 diretto da Steven Soderbergh. Il film segue le vicende di un agente sportivo la cui agenzia per cui lavora è sull’orlo del fallimento e ha poco tempo per permettere ai propri giocatori di giocare nella NBA.
Il lockout è un periodo di forte tensione per agenti e giocatori, perché è tutto bloccato e nessuna trattativa si può portare avanti, alcuni Rookie (Matricole) rimangono in un limbo in cui non sanno se faranno parte della squadra o meno. Questo film analizza questo aspetta della lega e lo fa con uno stile molto particolare come se fosse un documentario.
Girato interamente con un IPhone 8 e con un budget davvero molto basso, il film si basa su dialoghi e su piani sequenza ben ideati per non stancare mai lo spettatore. Purtroppo il film risulta un po’ troppo complesso e macchinoso per i temi trattati e lo stile in cui è girato non aiuta a fare ordine ma semplicemente a creare ancora più confusione.
High Flying Bird è un film particolare, che può piacere ad un pubblico ristretto me che ci mostra cosa si può fare con pochi mezzi a disposizione, la trama funzione e ci mostra una realtà che viene spesso nascosta dalle luci e lo spettacolo della NBA. Qui ci viene mostrata la cruda verità dove sono i soldi a comandare e non la passione per il basket. Una macchina da soldi che va continuamente alimentata e in cui gli atleti vengono spesso spinti al limite.
Sarebbe curioso un film di questo tipo diretto e scritto da Adam Mckay, l’ho pensato per tutta la durata del film, penso sia un argomento che merita un approfondimento.