QUATTRO CHIACCHIERE: Prima impressione sulla quarta stagione di Stranger Things.

Stranger Things è sicuramente una delle serie più iconiche di Netflix, è un po’ il suo simbolo arrivata proprio nel periodo di crescita del canale streaming e con toni e fotografia che hanno un po’ messo le basi per l’intera filosofia della piattaforma.
Una serie che pone le sue basi nell’epoca in cui è ambientata, gli anni 80′, tutto e accuratamente mostrato in quello stile e non mancano riferimenti e citazioni, parte fondamentale della serie. Un giusto mix di generi che prende spunto da diversi film, in cui i ragazzini sono i protagonisti e crescono con la serie stessa.
I punti di forza della serie sono questi, mentre la sua debolezza e non avere un’idea precisa per portare avanti le proprie stagioni e diventando spesso schematica e ripetitiva, il che non è proprio un difetto, ma a molti potrebbe non piacere. Stranger Things lavora molto sul gruppo iniziale, aggiunge elementi al cast ma senza mai esagerare o comunque senza mai limitare i protagonisti, sempre al centro della trama.
Il primo impatto con la quarta stagione è che non ha perso il suo stile, c’è un tentativo di fare qualcosa di nuovo, ma ci si ritrova sempre nella stessa dinamica e nella stessa trama, con “nemici” nuovi con toni molto più horror. Sembra che la serie sia maturata con il suo pubblico, con la violenza e gli aspetti narrativi che crescono si evolvono seguendo lo stile dei film horror più famosi. Si è passati dai mostri della prima stagione molto grezzi, molto anni 80′ a questo villain della quarta molto più complesso, spaventoso che ricalca un po’ i demoni degli horror moderni.
Gli attori crescono, ma il loro atteggiamento no, forse questo rimane un po’ limitante o comunque non fa parte della filosofia della serie, i sentimenti sono un po’ spenti e i protagonisti sembrano un po’ ingenui e distaccati dal mondo sentimentale. Il rapporto tra Mike e Undi non convince quasi mai e il tentativo di mostrare il bullismo e altre tematiche un po’ importanti, per adesso è fallito. Bello il passaggio al liceo, ma difficile mixarlo con lo stile classico di stranger things più adatto ad avere storie infantili.
Questa stagione promette bene, con un livello più alto in tutto, dalla scenografia, alla fotografia e la regia, tutto è migliorato e sempre più di ottimo livello. Una serie che stagione dopo stagione, grazie ad un budget sempre più ampio, è riuscita a migliorarsi e a mostrare i miglioramenti a tutti. Mantiene lo stesso stile, la stessa narrazione ed è consapevole dei propri punti di forza.
La scelta di fare episodi così lunghi può essere discutibile, ma in questo Stranger Things vuole distinguersi, vuole fare dei capitoli veri e propri dei piccoli film con un obiettivo centrale preciso e con diverse sottotrame da esporre, i personaggi sono più divisi e con storie personali più delineata, da qui la necessità di fare episodi più lunghi. Ottimo l’utilizzo di qualche cliffhanger nei finali e nei cambi di scena, passando da una storia all’altra per lasciarci un po’ di suspense.
Non ci resta che gustarci questa nuova e ultima stagione, attendo l’uscita del gran finale per i primi di luglio.