QUATTRO CHIACCHIERE: Le sceneggiature non era degli schemi da seguire, ma vere e proprie opere teatrali, con lunghi dialoghi e concetti profondi.

In un dopo serata con “l’appetito” già appagato da una serie tv, mi sono ritrovato su La7 un film iconico e per certi versi unico nel suo genere, Apocalypse Now, la versione Redux del 2001, rimasterizzata e più completa.
Un film che prettamente colleghiamo all’azione, alla guerra, esplosioni, morti e nulla di più, un perfetto film di guerra che non invecchia mai, in perfetto stile moderno, pioniere e innovatore. Invece basta soffermarsi anche solo qualche minuto nella prima parte che la sceneggiatura e impregnata di parole dense e significative, dalla voce narrante, a dialoghi, lunghi, lenti e pieni di parole. Queste sono scene che non si usano praticamente più nei film, si passa subito al sodo e i dialoghi sono spesso semplici e ironici.
Il cinema è un prodotto commerciale, ormai viene fatto solo per vendere e per vendere devi avvicinarti il più possibile al pubblico. In questo modo il cinema si adegua e si plasma sopra i gusti delle persone ed è così che la velocità aumenta, la trama scorre veloce e le parole diventano superflue. Tutto questo mix di necessità commerciali, rendono sempre i film un po’ incompleti, si magari meno noiosi e lenti, ma sicuramente con spazi vuoti e con personaggi poco caratterizzati. Non c’è più il dialogo, ma uno scambio di battute in stile Tik Tok, con quattro parole in croce e una battuta e ci ritroviamo a fine film che non sappiamo nulla del protagonista.
In sceneggiatura i dialoghi sono l’elemento più facile e diretto per dare informazioni allo spettatore, con un classico Villain di James Bond, che esplicava con orgoglio il suo piano malefico di conquista del pianeta, o come i più classici nemici nei film anni 80′ che con le loro parole rivelavano sempre i loro piani. Eppure arrivavi sempre a fine film con un grande senso di completezza. Ho preso l’esempio di Apocalypse Now perché mi è capitato ieri sera, ma effettivamente, soprattutto la prima parte e un intenso dialogo con sé stesso e con gli altri soldati.

Chi ha studiato sceneggiatura lo sa, la parte dei dialoghi e contorta e difficile, a volte sembra impossibile scrivere un dialogo con un certo spessore, facile perdersi e scrivere qualcosa di davvero banale. Eppure le parole devono avere un peso, identificare il personaggio e il mondo che lo circonda, va bene l’azione, ma essa deve essere una mossa quasi prevedibile, perché grazie alle parole abbiamo capito il mondo che ci circonda e il carattere di determinati personaggi. I film semplici rimangono saldi al potere delle parole, molto spesso più per questione di budget che altro, altri invece ne stanno ben alla larga, meglio puntare a cose più semplici e immediati e che velocizzano la trama. Una corsa in auto ha ben poco a livello di scrittura che un dialogo serio e intenso tra i due protagonisti.
Una tecnica di scrittura per dare intensità, potrebbe essere quella di “intrappolare” i due protagonisti in un luogo chiuso senza via di uscite, immaginandoli in una prigione da cui non possono uscire fino a quando non hanno parlato un po’. Nella vita reale i dialoghi migliori capitano quando siamo in pochi, ci sentiamo al sicuro, magari in un parcheggio all’interno della macchina, oppure in un posto isolato e tranquillo, la sceneggiatura deve creare questo ambiente sicuro per i propri personaggi, per farli esprimere al meglio.

Non tutto è perduto e cambiato, ogni tanto ci sono prodotti di grande successo che si basano ancora quasi solo esclusivamente sulle parole, come ad esempio una delle serie tv meglio scritte di sempre come True Detective che grazie al suo protagonista Rust Cole, porta addirittura un po’ di filosofia nei suoi dialoghi.
Intensità, profondità, in pochi minuti riusciamo ad entrare nell’anima del protagonista tormentato, ogni sua parola ha un peso e non è mai banale, un fine preciso, denso che aggiunge sempre qualcosa alla trama, dando completezza alla storia.
Ci sono altri esempi moderni di come i dialoghi ben scritti siano un punto cruciale per dare spessore a un film o una serie, però sono ormai cosa rara, con ritmi lenti più nei movimenti e nell’azioni che nelle parole. I film soprattutto si sono allontanati completamente da questo mondo, seguendo giustamente ciò che il pubblico vuole. Proprio come nella vita reale chi scrive un articolo come questo è noioso, chi parla con più di tre frasi è noioso, chi vuole veramente parlare di cose profonde e serie e noioso. Non si ha più il tempo per soffermarsi su nulla, cosi i registi devono correre, il montaggio deve scattare e lo sceneggiatore deve scrivere schemi di gioco e non più dialoghi e storie.