CABINET OF CURIOSITIES: UNA “COSTOLA” DI GUILLERMO DEL TORO

Recensione nel tempo di un caffè

Cabinet of Curiosities è una serie antologica del 2022 ideata da Guillermo del Toro e distribuita da Netflix, la serie mostra in ogni episodio un racconto diverso, con protagonisti e registi differenti. Ogni episodio ha una forte marcatura horror e lo stile di Del Toro e percepibile un po’ ovunque.

L’intro e la sigla, l’ho trovato davvero molto bello e coinvolgente, Guillermo del Toro presenta la storia che andremo a vedere e annuncia il regista che ne curerà l’esecuzione. Un intro elegante, molto simile a quelle di Hitchcock.

Le storie raccontate sono diverse tra loro, ma molti simili nel loro stile fotografico e narrativo, con spesso una raffigurazione del male molto simile, disegnata molto probabilmente da Del Toro, dove il suo stile si vede proprio in queste rappresentazioni e nello stile generale della serie. Bellissimo il gioco “accademico” dei registi, per appassionato di regia questa serie è una piccola chicca, perché ogni episodio nasconde stili e caratteristiche differenti. Parte tutto dallo stile del “capo” e episodio dopo episodio, vedremo delle scelte di regia sempre uniche e davvero di ottimo livello. Una serie che tiene molto alto il livello visivo e in cui la recitazione è sempre di ottimo livello.

La trama dei diversi episodi sembra convincere un po’ meno, molto profonda a tratti, sembra un po’ lanciare dei messaggi su qualche peccato capitale, come avarizia e lussuria, però poi si perde spesso in finali che non convincono del tutto, spegnendo un po’ tutto il resto. Ovviamente ogni episodio ha i suoi pregi e i suoi difetti, artisticamente un bellissimo esperimento, nella pratica è un qualcosa che spiazza sicuramente il pubblico. Non fa paura, a tratti fa orrore, un orrore che non percepivo da molto e che la computer grafica aveva quasi annullato, in questa serie ho ritrovato un tipo di paura differente, non tanto da “jump Scared“, ma quanto da una sensazione di orrore, come a chi non sopporta di vedere il sangue.

Nel complesso dal lato puramente banale del piacere di vedere la serie, non posso promuoverla, nessuna delle storie mi ha coinvolto e mi hanno lasciato tutte molto perplesso, è facili distrarsi ed è difficili essere catturati davvero positivamente da un episodio. Però se guardo il lato tecnico, la fotografia, la regia e l’idea in se di Del Toro, non posso che promuoverla a pieni di voti, perché da quel lato è davvero una bellissima serie e un contenuto unico nel catalogo di Netflix.

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