Recensione nel tempo di un caffè

The Witcher Blood Origin è una miniserie originale Netflix del 2022. Una serie che amplifica il mondo fantasy creato da Andrej Sapkowski. Come già annunciato da Netflix, ogni anno uscirà un prodotto di questo mondo, in questo caso la miniserie di concentra sulla nascita dei Witcher.
Fin da subito si intuisce che la serie ha subito diverse svolte e cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda il budget, il che la rende molto ristretta nelle location e nei personaggi, sempre pochi e a tratti con scene che sembrano da webserie di Youtube.
La trama funziona abbastanza bene anche se troppo scontata e piena di cliché, bella però nel complesso l’idea di rendere tutta questa storia come una ballata scritta dal bardo, infatti tutta la storia a dei tratti molto fiabeschi, forse troppo. La recitazione è arrancante e manca un vero protagonista che conquisti il pubblico. Il nome che circolava di Jason Momoa come primo Witcher ci aveva stuzzicato e non poco, ma non è accaduto, e ci siamo ritrovati con attori che non convincono, soprattutto nelle scene più complicate.
Le aspettative mettono in difficoltà questa serie che non ha nulla di speciale, ma che nel complesso non è nemmeno completamente da buttare via, una trama che funziona, qualche scena d’azione ben studiata e alcuni personaggi per lo meno curiosi. Pecca molto sui suoi protagonisti, troppo deboli e poco coinvolgenti. Il primo Witcher passa veloce e ci si perde in un finale un po’ fiabesco e confusionario.
Bella L’Islanda e alcune location, altre invece sono talmente low budget da notarsi subito, una miniserie che non sembra fare parte del mondo del mondo fantasy di Sapkowski ma sembra creata in un mondo a sé. Sicuramente una mazzata per i fan, per i neofiti di questo mondo rimane invece una buona miniserie da vedere però senza grosse pretese. Sicuramente ci si aspetta di più da un mondo fantasy con questo potenziale.