Recensione nel tempo di un caffè
L’esorcista del Papa è un film del 2023 diretto da Julius Avery, che arriva dal buon successo di Sammaritan su Amazon prime. Questo film è liberamente tratto dai racconti presenti nei libri di Gabriele Amorth, uno dei più famosi esorcisti del mondo, che era a servizio del Papa e del vaticano. Il film si allontana molto dalla realtà e spazia molto nella fantasia, con una performace di alto livello di Russel Crowe nel ruolo del protagonista.

Fin da subito si intuisce che non si tratta di un classico horror, quanto di un racconto che vuole un po’ usare un personaggio realmente esistito e caratterizarlo come un classcio eroe di hollywood. Arriva sulla sua Lambretta in un piccolo paesino della Calabria e pratica una sorta di esorcismo. Il padre Amorth di Crowe è spregiudicato, con la battuta sempre pronta e in lui non traspare quasi mai la paura, un uomo particolare, che aveva anche forti contrasti con la chiesa stessa.
Il film usa davvero tutti i classici del genere mettendo a fondo tutti i clichè sugli esorcismi. Padre Amorth viene chiamato in un abazzia sperduta nella castiglia, in Spagna. Qui avrà a che fare con un particolare esorcismo, un bambino che sembra avere il diavolo dentro di se. La trama vola poi molto con la fantasia, e il duello tra il prete e il male diventa sempre più fisico e grottesco, una vera lotta tra crocifissi e preghiere.
Questo film è un po’ una esasperazione del mondo degli esorcismi. Molto grotteesco dal personaggio principale che ne caraterizza un po’ lo stile a tutta la situazione che danza allegramente tra l’horror, la fantascienza e la commedia. Un finale che ricorda un po’ “Man In Black” con due preti pronti a partire per il mondo a sconfiggere i 200 angeli caduti sulla terra e diventati demoni.
Nulla di eccezionale è il termine adatto di questo film, che in base alle premesse stupisce, ma non del tutto in modo positivo, tanto da apparire davvero assurdo e lontano completamente dalla realtà. Il film stesso vuole essere una versione aasurda e grottesca dei libri di Gabriele Amorth che per amessa degli stessi autori del film sono belli quanto assurdi. Un elogio e una presa in giro allo stesso tempo, una storia che si colloca alla perfezione in un cinema moderno che anche in una storia di esorcismo ha bisogno di personaggi, iconici particolari e di un po’ di azione.
Russel Crowe ben figura all’interno di questo film, anche perchè il suo personaggio è davvero ben scritto carettirizzato, tanto che l’intera trama poggia su di lui. Infatti lui regge il colpo e tiene in piedi un film, a tratti bizzarro, senza un vero genere incisivo. Eppure tutto sommato è piacevole, si va vedere, non spaventa ma incuriosisce.


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