Recensione nel tempo di un caffè

Archive 81 è un serie horror prodotta da Netflix e ideata da Rebecca Sonnneshine, tra gli altri produttori anche James Wan (The Conjuring). Un horror/thriller che sicuramente stupisce fin da subito per la suo originalità, e che sfrutta il genere per creare mistero e per mettere la giusta suspense.
Perfetto nella sua originalità, la sfrutta a pieno con una parte iniziale un po’ più tecnica, meno horror e che strizza l’occhio ai classici thriller. Una trama molto complicata, fatta a strati, che si intreccia tra passato e presente e che spesso ci confonde, come confonde i protagonisti.
Dan (Mamoudou Athie) è un ragazzo con una grande passione per film d’epoca e filmati amatoriali e lavora come restauratore di pellicole per un museo, un giorno riceve una videocassetta che gli cambierà la vita, infatti quella videocassetta contiene il video girato da una ragazza, Melody, nel 1994 in un edificio di New York, il Visser, dove ci fu un misterioso incendio che uccise tutti gli inquilini. Dan riceve un’offerta cospicua per restaurare tutte le videocassette e man mano scoprirà i misteri di quel palazzo e cosa sia successo veramente al suo interno.
Interessante come la serie usi l’horror solo come strumento di suspense, ma nella realtà dei fatti non c’è mai una vera scena horror, ma quanto più un’atmosfera tenebrosa che caratterizza tutta la serie, la paura di vedere una cosa che effettivamente non accade mai. Un altro aspetto positivo è la caratterizzazione di alcuni personaggi che hanno sempre un grande alone di mistero e creano sempre la giusta atmosfera
Il difetto rimane forse la sostanza pura della serie che sembra non uscire mai, sembra sempre di vederne il contorno e quando i misteri vengono svelati rimaniamo un po’ delusi, come se un grande mago rivelasse i trucchi delle sue magie. Finale aperto per una nuova stagione ma che non crea un cliffhanger degno di nota. La serie è davvero ben fatta, curata, ottima la fotografia e anche la recitazione non è male, dà l’impressione che manchi qualcosa e che forse ogni tanto serviva qualche scarica di adrenalina in più. Sembra che l’horror la sfiori solo, ma a volte guardando questa serie sentivi la necessità di aver qualcosa di più estremo, più violento, sembra tutto nel complesso, molto censurato.
Nella trama non c’è molta profondità, non si percepiscono molto i sentimenti e risvolti umani e psicologici, ma è facile rimanere conquistati dai misteri e dal fascino tenebroso e misterioso del Visser. Una serie che consiglio un po’ a tutti, un ottimo prodotto di Netflix, che riesce ad utilizzare un contenuto pienamente originale nel modo corretto.