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Recensioni nel tempo di un caffè

1899: UNA SERIE MOLTO COMPLICATA

Recensione nel tempo di un caffè

1899 è una serie Netflix, ideata dai creatori della serie tedesca di successo “Dark“, Baran Bo Odar e Jantje Friese. Una serie Thriller misteriosa, che ricalca un po’ lo stile di Dark ma che punta ancora di più sul mistero e sul creare una forte curiosità nel pubblico.

1899 è una serie tedesca che al suo interno ha attori di diverse nazionalità europee, attori già presenti in altre serie Netflix di successo come la serie spagnola Elite o la serie Danese The Rain. Un’ottima idea quella di formare un cast così che da un tocco di realismo alla trama e attira sicuramente di più l’attenzione dei fan delle serie Netflix che si divertono a riconoscere gli attori.

Questa serie ha come obiettivo quello di creare dei grossi misteri, situazioni intricate che ci fanno porre mille domande a cui non avremo del tutto risposta. Gioca molto con questa struttura e lo fa davvero molto bene, costringendo lo spettatore a fare già mille teorie dopo il primo episodio. La trama è a tratti lenta, ma funziona, raggiunge il suo obiettivo, ma allo stesso tempo non soddisfa del tutto la curiosità dello spettatore che a mio modo di vedere viene un po’ preso in giro per creare ancor più domande e dubbi.

Una serie indubbiamente complicata, ma che vede nel suo finale di stagione una risposta forse ovvia, che spiega in parte tutto, ma che non soddisfa del tutto, anzi provoca forse un po’ un senso di soddisfazione. La scrittura dei personaggi è una delle cose migliori di questa prima stagione, caratterizzati molto bene, con molte particolarità e con un passato contorto e oscuro che tutti vogliono nascondere. Tutti hanno un segreto e tutti nascondono qualcosa. La storia si svolge principalmente su un transatlantico nel 1899, che lungo la sua rotta incontra una nave fantasma sparita quattro mesi prima e che porterà con sé misteri e eventi paranormali.

Ogni episodio l’intreccio si complica, per poi essere districato negli ultimi due con soluzioni forse un po’ troppo banali e che complicano tutto ciò che abbiamo visto in precedenza, prendendo un po’ troppo in giro lo spettatore che si ritrova con praticamente nulla in mano. Il finale di stagione è potente, un cliffhanger che apre mille porte e che ribalta completamente la situazione, rendendo però a quel punto, la prima stagione un po’ inutile.

La fotografia è ottima anche se a volte risulta forse un po’ troppo scura e che sfrutta l’oscurità in modo troppo marcato, trasmettendo però un giusto senso di trappola e claustrofobia. Anche la regia è buona, come tutta la prima stagione, anche se nel complesso risulta un prodotto un po’ forzato e a tratti ci ricorda sempre qualcosa che abbiamo già visto, non al livello di Dark, ma nemmeno una brutta serie, si può dire che Baran Bo Odar abbia fatto nuovamente un bel lavoro.

2 risposte su “1899: UNA SERIE MOLTO COMPLICATA”

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