Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

SUPER MARIO BROS. – IL FILM: UN PIACEVOLE VIAGGIO NELL’INFAZIA DEI VIDEOGIOCHI

Recensione nel tempo di un caffè

Super Mario Bros. – il film è un film d’animazione del 2023, live action del più famoso videogioco del mondo, e icona della Nintendo, Super Mario.

Non era facile racchiudere le diverse sfumature dei tanti titoli videoludici legati a Super Mario, eppure questo film è riuscito perfettamente in questa impresa facendo tornare indietro alla propria infanzia e adolescenza molte persone. Personaggi che si prestano moltissimo a questo tipo di animazione, sono legati insieme da una storia si banale e per bambini, ma allo stesso tempo convincente.

Un fan service, ma di quelli fatti bene, senza esagerazioni e con un sacco di citazioni che rendono il film un vero tributo al videogioco e al personaggio di Mario, con un rapporto unico e piacevole con il proprio fratello. Il film non porta avanti temi complessi e a differenza di alcuni prodotti Pixar, non porta con sé alcun messaggio, forse può essere un difetto, ma allo stesso tempo regalano al film una leggerezza e “dolcezza” di cui ha bisogno.

Di per sé anche l’ironia e le battute, come la storia sono un po’ troppo per bambini, ma rendono comunque il film piacevole e divertente. Mario e Luigi si ritrovano catapultati in una dimensione parallela dopo che hanno attraversato un tubo. Vengono divisi e Mario parte alla ricerca di suo fratello grazie anche all’aiuto della principessa Peach, di Toad e di Donkey Kong. Si ritroverà a dover affrontare un malefico e innamorato Bowser che vuole conquistare anche il “regno” della regina.

Una dei difetti del film è il montaggio sonoro e le musiche, troppo sovrapposte e casuali che creano una sorta di confusione e rumore, tanto che non sembra esserci una logica. Altro difetto rimane purtroppo il fatto che forse è veramente una pellicola “cucita” per un pubblico molto giovane e le cui battute non hanno molto effetto su più adulti.

Nel complesso rimane però un film che fa fare un piacevole tuffo nei propri ricordi e riesce a farsi apprezzare anche da chi non ha mai giocato ai videogiochi, Super Mario rimane un’icona e un personaggio ormai nella storia della fantasia e questo film è un bellissimo tributo al suo mondo e alla sua storia.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

TUTTI I SOLDI DEL MONDO: STORIA VERA TRA DENARO E AVIDITA’

Recensione nel tempo di un caffè

Tutti i soldi del mondo è un film del 2017 diretto da Ridley Scott, il film è tratto da un famoso saggio di John Pearson e tratta la storia vera del rapimento avvenuto negli anni 70′ di uno dei nipoti dell’uomo più ricco del mondo a quell’epoca, il magnate del petrolio e collezionista d’arte Jean Paul Getty.

Il film è famoso per la controversia che riguarda Kevin Spacey che è stato tagliato dalle scene in cui interpretava J.Paul Getty e sostituito un mese prima dell’uscita del film dall’attore Christopher Plummer. Una situazione che attirato molto l’attenzione su questo film tratto da una storia vera e incentrato sull’avidità del suo protagonista.

Il rapimento è solo spunto per mostrarci una dinamica assai particolare e una situazione famigliare molto contrastante, tra soldi, potere e avidità. Jean Paul Getty ci viene mostrato come un uomo solo, tremendamente avido e sempre più ricco e attaccato ai soldi, il resto della famiglia invece sembra essere un po’ distaccato da questo mondo d’affari e appena viene coinvolto si perde in alcol e droghe. Un film che ci mostra quanto il potere e i soldi possono condizionare le persone che sono disposte a perdere un nipote pur di non perdere un solo dollaro.

Il contrasto con la madre del rapito e suo suocero è forte e determinante, lei disposta a tutto, distaccata dai soldi e del loro potere, lui che fa di tutto per difendere i propri affari e impedire ovviamente che altri suoi nipoti vengano rapiti per la sua troppa “generosità”. Il film è molto sceneggiato e semplicemente tratto dalla storia vera, forte nei suoi dialoghi, ma si perde un po’ in alcune sue parti, un po’ troppo deboli e lente.

Il film si adatta bene alla storia vera, la modifica, aggiunge dei personaggi che danno una spinta in più e rappresenta in modo scenografico l’avidità di questo uomo super ricco degli anni 70′. Ridley Scott gestisce bene il tutto, con un film piacevole e ben fatto, che non esalta del tutto, ma che rimane nei suoi binari e che racconta una particolare storia vera. Un vero peccato non aver potuto vedere Kevin Spacey nel ruolo di Getty.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

LAMBORGHINI – THE MAN BEHIND THE LEGEND: UN ESEMPIO DI GENIO ITALIANO

Recensione nel tempo di un caffè

Lamborghini the behind the legend è un film 2023 di Amazon Prime video, diretto da Bobby Moresco. Il film prende spunto dal libro di Tonino Lamborghini in cui ha fatto la biografia del padre Ferruccio Lamborghini, creatore della famosa azienda di Trattori e automobili sportive di lusso.

Un Biopic nel classico del genere, che si mostra attraverso l’interpretazione di Frank Grillo la vita e la storia di Ferruccio Lamborghini, imprenditore e creatore di uno dei marchi Italiani più prestigiosi del mondo e “rivale” della Ferrari. La trama ci mostra un Ferruccio giovane, appena tornato dalla guerra, pieno di iniziative ed idee, inizia con i trattori mettendoci già tutta la sua inventiva e genialità, per poi arrivare al punto cruciale con il confronto con Enzo Ferrari che lo definisce “Un Agricoltore” capace solo a fare trattori. Da quelle provocazioni nasce una delle aziende di auto, più bella e affascinante del mondo. Solo per questa situazione e scena, il film merita molto.

Lamborghini rappresenta il genio italiano, la bellezza di un Italia che permetteva di diventare grandi, questo film ne dimostra i sacrifici e ci fa vedere il carattere deciso e ambizioso di Ferruccio, la parte più emozionante è sicuramente quella della creazione della prima Auto Lamborghini la 350 GT, un’auto meravigliosa e i primi disegni fatti da Ferruccio della Miura.

Un film ben congeniato, un elogio in qualche modo al nostro paese, una storia di un imprenditore che è diventato grande grazie alle sue idee e ambizioni che per raggiungere i suoi obiettivi a sacrificato un po’ tutto, anche il proprio figlio, a lungo trascurato. Un uomo sognatore, che faceva di tutto per raggiungere i suoi obiettivi e questa competizione con Ferrari che era il suo motore per farlo andare avanti, un duello meraviglioso, tutto italiano, le auto migliori del mondo.

Nel film ci sono anche molti attori Italiani, prodotto anche da figure importanti del cinema italiano, da notare tra le comparse degli operari dell’azienda, Clementino, oppure si vede anche la genialità assoluta di un giovane ingegnere Gian Paolo Dallara, pezzo pregiato dell’automobilismo mondiale. Bello vedere gli anni d’oro di un Italia che ormai non c’è più, una bella storia davvero che vale la pena di essere vista.

Devo fare un elogio al finale, con Ferruccio che sale sulla sua creazione simbolo, la più bella ed elegante, una Lamborghini Miura Giallo classico, meravigliosa. Anche chi non è appassionato d’auto capisce che si tratta di un’opera d’arte, di qualcosa di unico, espressione del genio del nostro paese, simbolo di un Italia fatta di menti creative sensazionali. Un giusto elogio ad un grande uomo, imprenditore e creatore.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

HOUSE OF GUCCI: MODA E POTERE

Recensione nel tempo di un caffè

House of Gucci è un film del 2021 diretto da Ridley Scott, La pellicola è un adattamento del libro di Sarah Gay Forden e si concentra sulla dinamica famigliare della famiglia Gucci tra gli anni 70′ e 90′ soprattutto sul rapporto tra Maurizio Gucci e sua moglie Patrizia Reggiani.

House of Gucci è un film deludente, che non rispecchia il blasone dei propri attori e del proprio regista. Un film che si presenta in modo confusionario e davvero poco incisivo, la storia colpisce fino ad un certo punto senza meravigliarci del tutto. Anche la recitazione pur se buona sembra dislocata tra i diversi personaggi. Tra gli attori come Adam Driver, Al Pacino, Jeremy Irons e Jared Leto, quella a spiccare è Lady Gaga, che è forse l’unica a crederci davvero al suo ruolo.

La storia è interessante e banale allo stesso tempo, a tratti estremamente frettolosa con cambi di umore e carattere difficili da comprendere. Ci sono evoluzioni e scelte che ci appaiono all’improvviso e non si capisce più il perché di alcune scelte. è facile perdersi non tanto nella storia ma nelle scene e nelle decisioni dei personaggi. Ci ritroviamo con Maurizio (Adam Driver) super innamorato, ad un personaggio piatto e senza più sentimenti, talmente velocemente da non capire nulla. Aldo Gucci (Al Pacino), da buon amico e parente a imprenditore senza scrupoli anche qui in un attimo da una scena all’altra senza una base per farci capire queste evoluzioni.

Un personaggio “macchietta” come quello interpretato da Jared Leto che veste i panni di Paolo Gucci, è inutile e nonostante la quantità di trucco non assomiglia all’originale ne visivamente ne nel carattere. Forse lui rappresenta un po’ la confusione di questo film, che sembra si basarsi su fatti reali ma senza una vera e propria direzione. Un ennesimo passo falso di Ridley Scott con una regia irriconoscibile, a tratti molto pulita all’italiana e a tratti molto confusionaria, con gli attori che non riescono ad entrare mai nel personaggio.

Nel complesso un film che arranca e fa fatica in tutta la sua lunga durata, un film che non convince del tutto, a parte qualche parte che si salva. Una storia di per sé interessante di un’azienda di famiglia diventata famosa in tutto il mondo, per il resto però una gran confusione e attori mai convinti dei propri personaggi. Deludente.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

RAPINIAMO IL DUCE: UN HEIST MOVIE ALL’ITALIANA

Recensione nel tempo di un caffè

Rapiniamo il Duce è un film italiano del 2022 diretto da Renato de Maria e distribuito da Netflix. Nel cast troviamo attori come Pietro Castellitto, Matilda de Angelis, Isabella Ferrari e Marcello Macchia (Maccio Capatonda).

Fin da subito dalle prime scene, questo film fa fatica a trovare una propria identità, si può definire un Heist Movie con toni da commedia. Il periodo narrato e critico, drammatico, ma anche liberatorio, essendo ambientato alla fine della seconda guerra mondiale.

Un gruppo di ladri organizza un grande colpo ai danni del duce, rubando a Milano l’oro e i tesori dei fascisti prima che vengano spostati in Svizzera e nascosti. Solite dinamiche con la creazione della squadra e la ragazza che fa l’infiltrata tra i pezzi grossi del “nemico”. Una trama che funziona ma che si confonde un po’ in un montaggio forse un po’ troppo azzardato. Una regia a tratti davvero apprezzabile e in altri disordinata e un po’ brutta. Anche i dialoghi sono un po’ poveri con personaggi un po’ da fumetto, ma che nel contesto non stonano più di tanto.

Man mano che si prosegue con il film si nota sempre di più la leggerezza, non si vede troppa violenza e nel complesso è tutto molto scherzoso. Ci sono anche delle piccole battute e dei piccoli momenti di comicità. Mi è piaciuta l’idea di farlo un po’ così leggero, stile fumetto anni 50′. Alcuni personaggi sono carini e divertenti, come quello di Maccio Capatonda, ma anche quello interpretato da Tommaso Ragno ha un suo perché.

Ho trovato molto bello il montaggio audio, la scelta delle canzoni e la colonna sonora, davvero una piccola chicca le due canzoni cantante da Matilda de Angelis, le ho trovate davvero belle e che si incastravano perfettamente nella situazione del film.

Nel complesso un film piacevoli, con i suoi pregi e suoi difetti, sono quei film da sei in pagella, che non deludono, ma nemmeno ci meravigliano per la loro bellezza e iconicità.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

LA ROSA VELENOSA: UN FILM DI ALTRI TEMPI

Recensione nel tempo di un caffè

La Rosa Velenosa è un film del 2019 diretto da George Gallo, Francesco Cinquemani e Luca Giliberto, loro due anche sceneggiatori di questa pellicola che si presenta come un Neo Noir per trama, personaggi e per lo stile abbastanza marcato del genere. Una classica detective stories del dopo guerra.

Un viaggio tra eventi del passato 1952 e presente 1978, nell storia di un investigatore privato, Carson Phillips (John Travolta) Texano con l’abitudine di cacciarsi nei guai e di essere sempre inseguito da qualcuno. Da Los Angeles torna nella sua città natale Galveston dove incontra dopo tanti anni vecchie conoscenze. Si ritrova ad indagare non solo su una clinica per anziani, ma anche su un omicidio di una star sportiva locale. Tra ricordi del suo passato a Roma e un presente molto pericoloso e pieno di corruzione.

Il film di presenta con un ottimo cast, Morgan Freeman, Brendan Fraser, Peter Stormare, Famke Janssen. In un film molto particolare, in uno stile di altri tempi, in tutte le sue dimensioni, dalla recitazione, allo stile narrativo e alla caratterizzazione dei personaggi. Uno stile difficile da capire a fondo per un ragazzo di diversa generazione, a tratti forse un po’ troppo elogio a film di quell’epoca in una trama che se pur piena di misteri, non riesce a coinvolgere del tutto e a tratti e facile annoiarsi. Si rimane un po’ spiazzati da una recitazione volutamente enfatizzata e romanzata, con atteggiamenti talvolta inverosimili. Tanti cliché ma che nel complesso della trama funzionano bene.

Una fotografia particolare che riporta un po’ indietro nel tempo, facendoci un po’ dimenticare che si tratta di un film del 2019. Una cosa che stranamente mi ha deluso, è il doppiaggio in Italiano che è davvero fatto molto male, voci strane e scollegate del personaggio, sicuramente la più terribile e Famke Janssen doppiata talmente male, quasi da dare fastidio.

Nel complesso un film che fa un po’ fatica ad esprimersi, affascinante sotto certi aspetti e un po’ noioso e confusionario sotto altri. Belli i toni classici da detective noir, ma per il resto fa un po’ fatica a rimanere impresso e a soddisfare del tutto.

Bello l’omaggio a Fellini, molto romantico e nostalgico del grande cinema italiano.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

…ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO: UN REBOOT INASPETTATO

Recensione nel tempo di un caffè

Altrimenti ci arrabbiamo è un reboot del 2022 dell’iconico film 1974 con Bud Spencer e Terence Hill. Nessuno aveva osato tanto, a toccare due mostri sacri del cinema italiano, una delle coppie cinematografiche più famose di sempre, eppure è arrivato questo inaspettato reboot. Un film che per certi aspetti mi ha stupito e che non pretende di sostituire l’originale ma che è solo un piccolo omaggio.

Pensavo peggio, è questa la prima cosa che mi verrebbe da dire su questo film, che nella sua trama e in linea temporale un sequel, ma che nelle sue dinamiche e scene è praticamente a tutti gli effetti un reboot. Con questa mossa hanno reso il film una eresia più contenuta diventando appunta, una bellissima dedica ad un bellissimo e intramontabile classico del cinema comico italiano. Non ci sono Bud Spencer e Terence Hill, non c’è lo stile e la comicità di quegli anni, ma ci sono delle belle citazioni e qualche attore che non mi è dispiaciuto.

La trama è molto semplice al film originale, con questa Dune Buggy rossa con la capotta gialla che si contendono due fratelli in questo caso, Carezza e Sorriso. Ogni personaggio ha il proprio soprannome ed è nel complesso un po’ tutto “fumettato” in una zona non meglio definita dell’Italia. Edoardo Pesce interpreta Carezza, la copia attuale di Bud Spencer e devo dire che la sua performance non è niente male, ricalca bene il personaggio originale e ne dà un giusto omaggio, devo dire che mi è piaciuto. Un po’ meno invece Alessandro Roja, che interpreta il fratello più minuto e scaltro, “Sorriso” che doveva essere la copia di Terrence Hill, ma che purtroppo risulta troppo forzato e grottesco e non si lega alla perfezione al suo compagno, però si apprezza il tentativo.

Christian da Sica è sempre il solito, ma non stona più di tanto, è marginale e il suo ruolo lo fa bene, un boss mafioso con un figlio stupido. Mi sono piaciute alcune idee della trama e alcune soluzioni per renderlo un po’ più moderno, belli gli elogi al primo film come il coro dei pompieri e ottimo il fatto per cui non hanno osato a riprodurre la scena dello spietato sicario, icona del film originale. Un azzardo sì ma che rispetta pienamente il film originale che non vuole fare nulla di nuovo ma che semplicemente un elogio a quel cinema e a quel film. Non si regge da solo, ha bisogno delle citazioni e dei ricordi legati all’originale, non è un film del tutto completo, ha i suoi difetti evidenti ed è facile confrontarlo con il film del 1974. Secondo me per goderselo senza troppi pensieri, va preso così com’è, senza farsi troppe domande. Un film che nel complesso risulta anche piacevole e che ci ricorda quanto fossero belli i film con Bud Spencer e Terence Hill, spensierati e divertenti come pochi. Difficile resistere alla tentazione di riguardarsi lo originale dopo aver visto questo inaspettato e azzardato reboot.

Categorie
Recensioni nel tempo di un caffè

JAMES MAY – OUR MAN IN ITALY

Recensione nel tempo di un caffè

James May Our man in Italy è una documentario di Amazon Video. Con protagonista, conduttore e narratore, il famoso conduttore televisivo britannico James May. In questa seconda stagione, dopo averci mostrato il magnifico Giappone, James atterra sulle sponde del bel paese, L’Italia! alla ricerca della dolce vita.

Partendo dalla Sicilia fino a su verso il nord, James ci mostra aspetti dell’Italia, meno conosciuti e nascosti al grande pubblico e al classico turista, ci mostra l’aspetto vero e sincero del nostro paese, quello più puro, fatto di buon cibo e artigianato. Ma ci mostra anche le eccellenze tecnologiche sparse per il nostro stivale.

L’ironia è sempre la stessa che contraddistingue programmi di questo tipo, con James May che fa spesso delle brutte figure a provare a fare cose in cui non è capace, ed è facile divertirsi. Un bel documentario che riesce ad abbinare la lezione al gioco ed è molto coinvolgente.

Rispetto alla prima stagione, per ovvi motivi, c’è meno il fascino della sorpresa, ma c’è la curiosità e l’orgoglio di vederlo in Italia e sapere che questo documentario sarà visto in tutto il mondo. L’Italia ha davvero un sacco di cose, quindi non è facile mostrare tutto, in più è comunque un documentario atipico e non riesce a mostrare del tutto la bellezza del nostro paese.

Il format funziona alla perfezione e ti viene subito voglia di vedere un altro episodio e addirittura una nuova stagione per vedere dove andrà il protagonista. Questa stagione forse è stata ancora più divertente della prima, forse per un italiano un po’ meno stupefacente sapendo già cosa lo aspettava, ma sicuramente sullo stesso livello del primo documentario, quello fatto in Giappone.

Un piccolo Plauso al monologo finale, su cos’è l’Italia e su cosa sono gli italiani, davvero bello, vero e commovente.

Categorie
Quattro Chiacchiere

MAMMA RAI: LE FITCION RAI NON PIACCIONO AI GIOVANI

QUATTRO CHIACCHIERE: Il festival di Sanremo fatto di share e ascolti ha riacceso il dibattito su quanto la RAI sia lontana dai giovani, e lo è anche nelle sue serie tv

Mamma Rai così viene chiamata da molti e per certi versi è davvero una madre, che si allontana però dai giovani con idee e prodotti scontati, noiosi e poveri di creatività. Non è proprio così, ma è la sensazione che trasmette il palinsesto Rai con le sue fiction. Tutto appare estremamente vecchio, con una recitazione che per stereotipi noi vediamo come se fosse sempre una specie di “cento vetrine”.

Tutto parte da un pregiudizio, troppo ormai abituati a prodotti di estrema qualità offerti dalle diverse piatteforme streaming e non solo, la stessa Sky in Italia, ha preso direzioni completamente diverse, con prodotti molti più internazionali e ben curati, originali, sia nelle idee che nei contenuti.

Sanremo non è stato solo il festival della musica, ma un “interessante” vetrina per tutte le Fiction RAI, per tutti i loro prodotti televisivi che riguardano le serie tv, con attori e attrici che parlavano del loro ruolo, pubblicizzavano la serie nella speranza di catturare nuovi spettatori che solitamente non guardano mai la RAI.

La parola Fiction già è fastidiosa per un ragazzo che ha sempre sentito parlare di serie tv o semplicemente di serie, già di per sé, sentirsi dire Fiction, ci allontana dal prodotto, ce lo fa sembrare vecchio e con un determinato stile. Tutti sappiamo già come sarà la serie che ci verrà proposta, sappiamo già la trama, le dinamiche, la recitazione e la fotografia, come fosse un film Marvel ma con una qualità davvero pessima. Le Fiction Rai sono ben impacchettate per il solito pubblico, pubblico che molto probabilmente è solito addormentarsi davanti allo schermo con l’età che avanza.

Sono prodotti totalmente a sé, senza alcun tocco di modernità, non si sono mai spostati dalla loro “Comfort Zone”, un esempio lampante è “Don Matteo” prodotto televisivo che ormai va avanti da più di 20 con un totale di 14 stagioni, un prodotto che non è mai cambiato praticamente in nulla. Siamo passati da Friends, Smallville, Lost, Prison Break, Il Trono di Spade, Breaking Bad e True Detective, solo per citarne alcune, e ini Italia, con la Rai, siamo fermi al 2000.

La verità è che le Fiction Rai hanno uno share pazzesco e sono seguite da milioni di spettatori, qualsiasi sia la serie ha sempre buonissimi numeri, paradossalmente molto più alti di quello che si crede. Senza contare che sono in televisione, con pubblicità e altro, con un paio di episodi a settimana, eppure hanno un sacco successo.

Perché cambiare allora?

La Rai non penso si poni nemmeno il problema, fin che le cose funzionano così è giusto mantenere questa direzione, non gli importa se ci siano giovani o vecchi a vedere le proprie Fiction, l’importante è che si sia un pubblico. Così con questo sistema escono in continuazione serie con lo stesso stile, soprattutto con una fotografia sempre semplice e mai studiata o elaborata e con prodotti che sono tutti estremamente simili.

Così ci si accontenta di quello che si ha non si prova a fare nulla di nuovo, il festival di Sanremo si è evoluto grazie ad Amadeus, ma le Fiction Rai, NO, perché non ne avevano e non ne hanno bisogno. Penso che in molti casi sia la necessità a spingere le produzioni a fare qualcosa di nuovo, HBO ha dovuto aumentare la violenza e il nudo per distinguersi dal resto dei canali via cavo americani. Netflix ha creato un proprio stile molto da teenagers, sia nei formati che nei Layout. Amazon Prime qualcosa di più serio e impostato con qualche eccesso in più. Ognuno cerca di conquistare una determinata fetta di pubblico, la Rai fa lo stesso.

C’è sempre molta leggerezza nelle Fiction Rai, non ci aspettiamo nulla di troppo, perché mamma Rai è una tv di stato, non può eccedere in nulla, deve rimanere piatta, e più che amori e tradimenti non si può scrivere. E puoi fare ciò che vuoi, scrivere qualcosa di bello, le eccezioni ci sono ovviamente, ma lo stile rimarrà inconfondibile. Usciranno valanghe di fiction, perché sono davvero tante, tutte uguali, sarà difficile distinguerle l’una dall’altra e gli argomenti saranno sempre distanti dai ragazzi di oggi.

Una distanza che rimarrà incolmabile, la Rai è e sarà un canale televisivo per vecchi, non riuscirà più uscire da questa sua “forma” e caratteristica, e sapete cos’è il bello, che io ho scritto tutto questo senza aver mai visto praticamente nulla delle fiction Rai… a parte Don Matteo, Don Matteo è bellissimo. Questo per dire che c’è molto pregiudizio e distanza da questi prodotti, tanto da non attirare l’attenzione di essere visti e criticati, un canale per vecchi sostanzialmente, in un paese per vecchi. Tutto perfettamente inscatolato.