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QUATTRO CHIACCHIERE: DUNE, COSA ASPETTARSI DA QUESTO FILM

DUNE il nuovo film di Denis Villenueve

Arrivo a casa da lavoro, mi sistemo e mi preparo per vedere il trailer di questo film la cui attesa si fa sentire molto.

Mi sdraio, mi preparo, metto il video nella massima qualità possibile per captare ogni dettaglio, la mezzanotte è già passata da molto ma con calma mi metto scrivere qualcosa.

Fin da subito, fin da quando ho letto della sua produzione, questo film mi ha sempre creato molta curiosità, non so bene il perchè, non ho letto ne libri, ne ho visto il film degli anni 80′, eppure c’è stata un’immagine che mi ha creato curiosità.

Un enorme verme gigante che spunta dal deserto, poi non so, forse il titolo e la consapevolezza che con i mezzi a disposizione oggi, un argomento così sci-fi potesse essere rappresentato al meglio.

Non voglio leggere niente per quanto riguarda la trama, voglio solo dirvi ciò che ho percepito guardando i trailer e cosa mi aspetto dalle diverse parti del film.

Partiamo dal regista, che non è ancora molto conosciuto e che non ha diretto ancora moltissimi film, Regista canadese, è stato per due volte candidato all’Oscar per la miglior regia.

Penso sia davvero un ottimo regista in grado soprattutto di trasportarti un mondi futuri o di fantascienza e sci-fi. Dopo Sicario film davvero interessante e girato davvero bene, Villenueve si butta nella fantascienza e finisce sotto i riflettori con due film di grande spessore come Arrival e Blade Runner 2049.

Con questi due ultimi film fa vedere il proprio talento perchè si è “buttato” in un mondo insidioso pieno di critiche facile e dove ci sono orde di fan pronti a distruggerti.

Con Arrival stupisce per l’equilibrio e il realismo che è riuscito a dare ad una storia vista e rivista come quella dell’invasione all’aliena.

Questo regista è molto bravo nella trasposizione delle storie e gestisce molto bene le sceneggiature che si ritrova per le mani, con film che convincono che piacciono e che sono sempre di un ottimo livello.

Con Blade runner ha superato anche la prova di un sequel complesso e facilmente criticabile, rendendolo un film ben strutturato dall’inizio alla fine e che per certi versi e anche migliore del primo, anche se rimane troppo iconico per fare di meglio.

La sceneggiatura di Dune è scritta da lui insieme ad altri due autori, tra cui Eric Roth con l’Oscar alla miglior sceneggiatura non originale per Forrest Gump. Quindi ci sono delle ottime basi per cui sia ben scritta, anche se rimane la mia paura più grande per questo film.

Infatti ho paura che il punto debole di questa produzione possa essere proprio una sceneggiatura debole e poco convincente come spesso capita, la speranza è che essendo tratto da un libro ed essendo scritta da ottimi autori, anche questo aspetto non deluderà.

Alla fotografia c’è Greig Fraser, fotografo molto moderno, e penso che sia molto adatto a questo genere, e per quanto ho visto dal trailer, la scena del verme gigante è visivamente pazzesca, quindi sono già convinto che sarà un ottima fotografia all’interno del film.

Anche se c’è qualche altra scena che mi ha convinto un pochino meno, ma tenendo conto che è solo un trailer è comunque difficile dare giudizi su questo aspetto.

Per la colonna sonora sono molto curioso, perchè Hans Zimmer ha rinunciato a Tenet per lavorare con più attenzione alla colonna sonora di questo film, definendola “innovativa”, sono davvero un sacco curioso.

Già ha collaborato con Villenueve in Balde Runner 2049 quindi sono sicuro che dal lato colonna sonora non ci sarà alcun problema, sarà uno spettacolo, sicuro.

Il cast è davvero molto importante, ci sono davvero un sacco di attori conosciuti e devo ammettere che dal Trailer Timothèe Chalamet mi è piaciuto un sacco, sembra davvero bravo e calato nella parte, sono sicuro che questo film lo consacrerà.

Sono molto incuriosito anche dalla giovane Zendaya, diventata famosa con gli ultimi film di Spider man con Tom Holland. Da ciò che ho visto nel Trailer sembra davvero un personaggio interessante e sono sicuro che lei abbia molto talento e che finalmente possa esprimerlo al meglio, non voglio sapere nulla sulla trama, quindi non so cosa aspettarmi dalla trama del suo personaggio.

C’è Oscar Isaac, piccola osservazione stupida, nel trailer si vede solo in due frame, ma ha la barba, e non so perchè lo rende più bravo, sembra un attore più serio così, lui ha già dimostrato il suo talento in altri film, mi era piaciuto molto in “Sucker Punch”, spero che anche qui possa dare del suo meglio.

Penso ci sarà anche qualche tipo di combattimento, ovviamente non so di che tipo, voglio arrivare a vedere questo film senza saper nulla della trama, non voglio essere condizionato da quel fattore, dovrà riuscire a stupirmi.

Dal Trailer si vedono dei particolari combattimenti, con attori di carattere perfetti per determinate interpretazioni, tra cui Jason Momoa, Dave Bautista e Josh Brolin, tutti bravi attori, che solo con il loro aspetto e portanza fisica fanno già il personaggio, anche in questo caso sono molto curioso.

Davvero un cast stellare, difficile da gestire perchè delle volte l’attore diventa più importante della scena che interpreta, sono contento che il protagonista sia un attore emergente e che il regista abbia già lavorato con bravi attori.

Il trailer mi ha colpito molto, crea molta curiosità e ti viene subito voglia di vedere di più e di saperne di più.

Visivamente spettacolare, io l’ho visto in 4k su una tv oled è davvero ti fa già capire la qualità visiva che questo film avrà, con degli effetti visivi pazzeschi e un CGI di livello assoluto.

C’è una scena che ho già citato più volte, ma che davvero mi ha colpito moltissimo, che è quella del verme gigante che esce dalla sabbia, è davvero pazzesca e fa venire i brividi anche solo guardandola dal trailer.

Quindi per concludere direi che le aspettative sono molto alte, per tutti i motivi sopra elencati, non vedo l’ora di gustarmi questo film, sperando di non rimanere deluso dalla trama, perchè il resto sono sicuro sarà bellissimo.

Vi do due consigli, intanto andatevi a vedere il trailer, possibilmente in ottima qualità e quando andrete a vedere questo film al cinema, andate al cinema Arcadia di Melzo (MI) sala energia, solo li potrete respirare la vera essenza visiva e sonora di questo film!

Dune di Denis Villenueve potrebbe diventare un icona del film di genere.

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QUATTRO CHIACCHIERE: IL DECADIMENTO DELLA SCENEGGIATURA

La sceneggiatura nel mondo del cinema è ancora importante come un tempo?

Parto con una provocazione, con una domanda scomoda che sicuramente avrà delle eccezioni ma a cui non è facile rispondere così su due piedi.

Ricordate un monologo, una frase ad effetto, un bellissimo dialogo nei film che sono usciti al cinema negli ultimi cinque anni?

La risposta è quasi sicuramente no, ovviamente ci sono delle eccezioni ma penso che in generale la risposta ad entrambe le domande che ho posto sia sempre e solo NO.

Si lo so è una provocazione la mia, è un’accusa che sembra campata in aria e senza senso ma se andiamo più a fondo e ci proviamo a pensare ci accorgiamo che è sempre di più una realtà.

La sceneggiatura è il principio di un film, si parte da un soggetto e lo si rende scenografico/sceneggiato, non si uscirà mai da questo stile, perchè i film per nascere devo passare per forza da un idea che in qualche modo venga scritta o messa giù in qualche modo.

Il bello del cinema è proprio questo, la capacità di avere un sacco di tipi di arte differenti che si incrociano e collaborano dove tutte e fondamentale e irrinunciabile, tutti alla stessa importanza all’interno di un film e se manca una parte di arte il film non si può praticamente fare.

Sarebbe bello fosse sempre tutto in perfetto equilibrio e tutto a dei livelli altissimi, ma questo come ben sappiamo capita raramente perchè se no ogni film sarebbe sempre perfetto.

Capita naturalmente di vedere dei difetti nei film o di percepire una parte più debole di un altra, e penso che di solito queste parti più deboli seguono l’andamento del tempo, del mercato e della teconologia.

Soprattutto della tecnologia e dei mezzi che può portare nel mondo del cinema, facendo risaltare parti, che fino a qualche anno fa avevano meno possibilità di esprimere la propria creattività.

Negli ultimi anni, è inutile nascondersi, le sceneggiature stanno perdendo colpi, ed è davvero difficile trovare dei film che ci convincano al 100% per la loro trama e per il loro svolgimento.

Le idee autoriali originali si sono spostate nelle serie tv, lasciando il mondo del cinema tra reebot, e sequel penalizzando ovviamente la creazione di prodotti originali, anche i cinecomic inutile sottolinearlo hanno soffocato un po’ l’importanza di una buona sceneggiatura.

Siamo in un epoca in cui la GCI e gli effetti visivi in generale stanno conquistando letteralmente ogni film, anche i film più brutti e con la trama più banale ci conquistano con la loro magia visiva e con la fotografia davvero pazzesca.

Macchinari moderni, con videocamere super potenti con una qualità video e sonoro che un tempo non era possibile avere, è l’era dei fotografi e degli effetti visivi che rendono ormai praticamente qualsiasi prodotto davvero godibile.

Sinceramente faccio fatica a criticare la fotografia, gli effetti speciali e visivi degli ultimi film che ho visto, è quasi impossibile, perchè se sono film di Hollywood a livello visivo sono sempre spettacolari.

Tutto questo meccanismo indebolisce naturalmente altri settori del film, tra cui la sceneggiatura che si ritrova ad avere un ruolo meno centrale ed importante di quello che aveva un tempo.

Il pubblico vuole ritmo, azione, scene immediate, veloci ed impatto, tutte cose che la sceneggiatura può solo indicare a grandi linee senza dare nulla di più, una sceneggiatura ben ideata e fatta di dialoghi complessi, che hanno sempre un fine, trame e sotto trame e caratterizzazione del personaggio.

Non servono più quai lunghi monologhi che hanno fatto grandi gli attori di un tempo, le frasi ad effetto o i dialoghi più famosi, non servono più perchè annoiano, e sono stati sostituiti da effetti visivi e speciali pazzeschi.

Non ci sono più scritture vere, originali che superano il livello di ogni cosa che le sta attorno, non c’è più ordine e finalità come un tempo, ci sono molte più scene inutili e molto probabilmente fatte per gli effetti speciali più per dare qualcosa in più alla trama.

Sceneggiatori che hanno molti più vincoli di un tempo e devono stare molto attenti a cosa scrivono, imprigionati in catene che non dovrebbero avere visto che stanno scrivendo di fantasia.

Ultimamente ho notato che le sceneggiature non sono più libere come un tempo, come scrivere un libro il cui obiettivo è solo quello di raccontare una storia, adesso sembrano più un servizio, un testo da cui partire per fare scene visivamente spettacolari.

Ci aggrappiamo con forza quando vediamo una bella sceneggiatura perchè ci sembra qualcosa di impossibile ormai, siamo consapevoli fin da subito che in fondo il film ci piacerà perchè a livello visivo sarà bellissimo e avrà sicuramente una scena degna di nota.

Un po’ spiace non sentire più quei bellissimi monologhi alla Ingmar Bergman, o film come Chinatown che vengono insegnati nelle scuole di sceneggiatura, mancano un po’ quelle frasi ad effetto come quelle del Gladiatore (rese epiche da Luca Ward), tutto lascia spazio a scene epiche date più dalla spettacolarità delle immagini che da quelle delle parole o della trama.

Non so perchè ma si fa sempre più fatica a trovare trame davvero avvincenti o che comunque rendano un film totalmente unico e riconoscibile per la propria storia.

Il mondo del cinema avrà sempre bisogno della scrittura, ma forse non come prima, voglio farvi un esempio lampante di questa mia teoria, voglio parlarvi in breve di Mad Max Fury Road diretto da George Miller un film che amo e che ritengo un caposaldo del suo genere.

Ebbene, questo film è stato girato senza una vera è propria sceneggiatura ma seguendo una grossa e complessa Storyboard perfettamente ideata dai disegnatori, come se fosse un grosso fumetto.

Il risultato finale è davvero pazzesco, con effetti speciali spettacolari e scene d’azione da lasciare a bocca aperta. Ma anche qui non lo ricordiamo certo per la bellissima sceneggiatura che addirittura qui non c’è.

Questo è solo un esempio di quanto i film al giorno d’oggi possano essere bellissimi senza bisogno di una bellissima base scritta.

Vorrei sottolineare come il mondo offre tutt’ora dei bellissimi con libri e fumetti davvero stupendi con idee originali nuove e uniche, ma sembra quasi che il mondo del cinema si sia un po’ seduto sul divano bello comodo dei blockbuster e dei cinecomic, sembra che non ci sia più davvero voglia di scrivere qualcosa di davvero nuovo e unico come un tempo.

Fortunatamente ci sono le eccezioni, fortunatamente non è del tutto così, ma è innegabile come la scrittura sia passata un po’ in secondo piano nel mondo del cinema, uno strumento fortissimo ma molto complesso che se utilizzato bene può spianare la strada la lavoro di tutti soprattutto del regista.

Sono convinto che tutto sia comunque condizionato dalla richiesta del pubblico che non ha più voglia di impegnarsi, che ha bisogno di ritmi alti e di cose visive, non c’è bisogno di introspezione e di monologhi, non c’è bisogno di plot point o altro.

Il mercato vuole sceneggiature cucite sul pubblico medio, sulla leggerezza e la rapidità dello spirito dei giorni nostri, deve essere tutto così immediato e veloce che anche difficile starci dietro e fare le dovute ricerche e seguire le dovute regole.

Spopolano film con basse pretese, con dialoghi poveri e trame grezze e semplici, fanno successo, soldi e fanno andare avanti le case di produzione e i cinema, quindi in fondo è giusto così, è giusto che anche il cinema segue l’andamento del mondo per sopravvivere avremo le sale piene di “After” e “Twilight” e ci ricorderemo dei bei tempi con nostalgia, ma con il piacere di un “Joker” scritto alla perfezione, o di un Tarantino che ci porta contenuti originali.

Ci sarà sempre l’arte delle scrittura nel cinema, magari un po’ meno, ma quando una cosa è rara diventa anche più preziosa!

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QUATTRO CHIACCHIERE: PERCHE’ LE SERIE TV ITALIANE SONO RIMASTE COSì INDIETRO RISPETTO AL RESTO DEL MONDO?

FOTO TRATTE DA SERIE TV ITALIANE

Ne parlavo qualche anno fa con una produttrice e agente dello spettacolo italiana, lei sempre sommersa da lavoro, da proposte di format e soggetti, sapeva perfettamente l’andamento del mercato televisivo italiano.

Io insistevo sul fatto che da li a qualche anno, l’Italia avrebbe iniziato inevitabilmente a fare prodotti per Netflix, ampliando così il mercato e il numero di domande e produzioni.

Poteva essere il momento per rinascere, magari con budget a disposizione più consistenti e con finalmente un catalogo aperto a tutto il mondo, una vetrina che poteva essere il punto di slancio e rinascita dell’interno panorama cinematografico italiano.

Allo stesso tempo mi ricordo quanto io avessi sottolineato il fatto che se non avessimo fatto qualcosa subito, su Netflix sarebbero arrivati prodotti mediocri e così anche in futuro su Amazon prime, piattaforma più adatta ad opere di un certo livello creativo.

L’italia non era pronta e rischiava di portarsi dietro di se, tutti i difetti, la mediocrità e lo stile che la contraddistinta negli ultimi anni nelle proprie produzioni televisive.

La produttrice era perfettamente in linea con ciò che pensavo io e sapeva come sarebbero andate le cose e qual’era e qual è la mentalità nel nostro paese, come negli altri, si guarda, giustamente, sempre e solo ai soldi.

Si deve fare un prodotto sicuro, che piace alla massa e non al critico, prodotti semplici, poco complessi con trame semplici e che facciano sentire lo spettatore parte della trama, aggiungendo stereotipi o battute scontate.

La cosa importante e non fare sempre di tutta l’erba un fascio, perchè effettivamente ci sono prodotti in Italia di un certo valore e che comunque cercano di trovare il loro spazio, in più rispetto in pieno il lavoro di tutti, le idee e i prodotti finali che sono comunque la rappresentazione di un lavoro creativo composto da molte menti e molte persone.

Parlo molto di Netflix perchè ti da la possibilità di fare un confronto con le altre produzioni internazionali e capirne la differenza e il livello che hanno raggiunto in questi anni, e anche vero che ci sono nazioni che puntano tutto su Netflix, altre come l’Italia ha dinamiche e network produttivi differenti.

Direi di escludere dal discorso due nazioni che sicuramente hanno un livello cinematografico/produttivo troppo alto, USA e UK hanno davvero prodotti di qualità superiore, ma dopo ci torneremo.

Ho avuto il piacere di vedere diverse serie tv di diverse nazioni, per darvi un idea, ho visto serie tv, Tedesche, Spagnole, Danesi, Francesi, Islandesi, Svedesi, Brasiliane, Australiane, Coreane, Russe, un po’ di tutto diciamo, volevo capire davvero quale fosse la differenza da quelle italiane.

L’evoluzione Tedesca a livello produttivo è sotto gli occhi di tutti, con “Dark” hanno davvero raggiunto un livello molto alto, paragonabile alle grandi produzioni americane.

Una cura al dettaglio, alla fotografia che raramente se trovano in serie tv con un budget di partenza non elevatissimo, un esempio delle possibilità produttive in europa.

La Spagna cavalca l’onda de “la Casa di carta” un prodotto tanto criticato ma che a livello autoriale è stato davvero un colpo di genio, e ha dimostrato che si può varcare i confini con forza e che un prodotto che diventa mainstream rilancia tutto il settore.

Netflix si riempe di serie tv spagnole anche antecedenti a “la casa de papel” come “Vis a Vis” o a prodotti più commerciali come “Elite” conquistando una grossa fetta di pubblico, che porta soldi e in futuro nuovi prodotti con un budget più elevato.

Ho visto “The Rain” serie tv danese, molto semplice ma di un ottimo livello, carina e piacevole con qualche parte davvero ben fatta che può far pensare ad un bel futuro produttivo anche per la Danimarca.

Poi c’è il Brasile con “3%”, Francia “Blackspot” e tutte altre piccole nazioni che stanno prendendo posto con prodotti di qualità.

L’italia è rimasta inevitabilmente indietro, non sapendo su cosa puntare, e non riuscendo a contrastare l’onda spagnola e tedesca che ha invaso il catalogo Netflix e l’opinione delle persone.

Rimanendo coinvolta in questa onda la paura di fallire era molta, i soldi erano pochi e autori emergenti se pur tantissimi erano troppo un rischio su cui puntare. Si crea un cerchio chiuso di raccomandazioni e produzioni deboli, con l’intento di creare qualcosa che piaccia senza spendere troppo tempo e lavoro.

Da Curon a Summertime, l’Italia rimane indietro un’altra volta con prodotti che non potrebbero mai catturare l’attenzione all’estero ma che ti creano un discreto pubblico qui nel bel paese, con le teste ancora piene dalle “vacanze di natale a…” dei Vanzina.

Ancora una volta non innoviamo, stiamo fermi sulla stessa linea, sugli stessi canoni, rendendo i prodotti finali piatti e banali. il numero chiuso che da anni comporta una visione unica da cui è difficile uscire, il nuovo spaventa ed è troppo un salto nel vuoto.

Non diamo importanza ai ruoli, agli autori, agli showrunner o ai produttori esecutivi, impossibile a volte sapere chi sia stato il direttore alla fotografia di una determinata serie, o chi con cura abbia ideato quella determinata serie tv.

Penso che l’errore di fondo sia proprio questo, lavorare come si ha sempre fatto, con la testa dura, convinti che sia il metodo giusto, senza dar spazio a niente e a nessuno, sono rimasto sconvolto nel vedere che in “Curon” due personaggi di Milano Novegro avevano l’accento Romano che nulla c’entrava con i personaggi, non avendo nella trama alcun collegamento con Roma.

La fotografia da circolo si ripresenta ogni volta in ogni serie televisiva, la chiamo così perchè, quando in Italia tu entri in un circolo, che sia a Roma, Milano o Napoli, hai sempre la stessa sensazione ed è sempre strutturato allo stesso modo, stessi colori stesso arredamento e stile (patrimonio italiano, sia chiaro).

La fotografia nelle produzioni italiane è la stessa cosa! cambia il genere, lo stile narrativo, l’ambiente ma la fotografia sarà sempre la stessa, senza innovazione, semplice e pulita, dai “Cesaroni” a “Don Matteo” a “Montalbano”.

Stiamo perdendo punti anche per quanto riguarda la recitazione, sempre di basso livello con uno stile recitativo, sussurrato, aspirato e silenzioso. Poco studio del personaggio, poca passione nella ricerca e nella struttura di esso.

Le sceneggiature non mi dispiacciano più di tanto anche se a volte seguono davvero troppo l’opinione del popolo e poco le loro vere idee, a volte si scende nel ridicolo con scene davvero inutili e battute piatte, ma questo capita davvero ovunque.

Summertime segue purtroppo un filone che in italia avrà sempre molto successo, me che comunque può servire a smuovere il mercato se questo comporta la realizzazione di prodotti di livello superiore con budget migliori.

Ho ripetuto più volte la parole Budget, perchè è proprio questo, purtroppo, un punto di partenza fondamentale. Non potete immaginare quante volte, in questi anni, mi sono sentito dire: “questa idea costa troppo” oppure “preferiamo seguire e puntare su chi abbiamo già, troppo rischioso a livello di budget puntare su un autore sconosciute”.

La parola soldi è sempre presente e condiziona tutto un procedimento produttivo che fa risultare un prodotto bello o meno bello nella maggior parte dei casi, salvo eccezioni.

Sky produce serie di ottimo livello con un budget superiore a chiunque e quindi con mezzi superiori, e con una organizzazione migliore rispetto alle altre piccole produzioni.

Capisco tutte le mille difficoltà, la voglia comunque di fare qualcosa e la voglia di riempire il catalogo Netflix o altro con le nostre produzioni, ma così si rischia davvero di fare prodotti di basso livello.

Si parte dalla base, dalle radici per fare un albero bellissimo o una casa resistente, quindi forse sarebbe ora di dare più importanza agli autori, di aprirsi di più verso le nuove idee anche se rischiose e audaci.

Vedi Mainetti, Garrone, che stanno fortunatamente portando qualcosa di nuovo nel panorama cinematografico italiano, con idee nuove e ambiziose.

Partiamo dall’idea innovativa come quella de “la casa de papel”, diamo spazio ai giovani e alla loro cretività, facciamo i read table, assegniamo i ruoli e almeno quando scriviamo il soggetto non pensiamo al budget.

parte sempre tutto da una storia scritta e da un idea, e forse prima di tutto, è proprio quello che va migliorato, forse sarebbe meglio fare più concorsi o leggere più format e soggetti possibili trovando poi quello giusto.

Se si osserva bene si capisce subito chi ha talento, chi ha creatività chi si immerge facilmente in uno spazio creativo e nella storia.

Ci sono piccoli indizi, piccoli colpi di genio che trovi in un soggetto scritto, può essere scritto da chiunque, anche da uno che non ha fatto scuole di cinema e teatro, l’idea autoriale può essere semplice ma di gran valore, per poi essere sviluppata insieme a persone con più capacità creative.

Le serie italiane devono fare un passo avanti, con nuove storie e nuove trame, con soggetti completamente diversi del solito.

Ripartiamo dal basso, dagli autori, offriamo la possibilità ai fotografi, agli scenografi e ai registi di esprimere al meglio la propria creatività, diamo valore al talento e non solo alla formazione (importantissima) e alle raccomandazioni, nell’arte serve istinto e serve passione e servono idee!

Sono sicuro che c’è ancora tempo per recuperare terreno, per cercare di fare qualcosa di nuovo e davvero innovativo che tutto il mondo potrà guardare con piacere e positività nel giudizio.

Facciamo finta che le prime serie italiane uscite su Netflix siano un esperimento, un sondaggio, spero davvero di vedere qualcosa che mi faccia essere orgoglioso, un prodotto italiano del livello di Peaky Blinders, di Dark o di Mindhunter, è fattibile, non è impossibile, basta avere pazienza e soprattutto coraggio!

Con Netflix o Amazon prime non bisogna più curare “il nostro giardino” con i nostri gusti, bisogna pensare anche ai gusti degli altri, bisogna imparare da chi ci è arrivato prima di noi, e non insistere con le proprie idee, se la Germania avrebbe fatto come noi non staremmo parlando di “Dark” o “Profumo” ma di ” Squadra speciale cobra 11 2.0″ o per la Spagna di “el nuevo paso adelante”.

Sarebbe davvero ora di fare un passo all’esterno e uscire dalla cupola che ci protegge da anni, una cupola costruita sulle basi di Fellini, Sergio Leone e dei grandi autori e registi del passato, una cupola fragile fatta de “li mortacci tua” , di mafia e di corna che si susseguono in un ciclo infinito.

Guardiamoci intorno, dobbiamo lasciare che la creatività e le idee nuove entrino nelle nostre produzioni, non voglio più vedere sempre gli stessi nomi di partenza, anche se ultimamente ho visto inevitabilmente qualcosa di nuovo.

Non voglio più vedere agenzie dello spettacolo, che non leggono nulla, che si chiudono in loro stesse, che pensano solo ed esclusivamente ai soldi e mai ad una scommessa che potrebbe favorirne la crescita.

Un cerchio chiuso, un luogo di lavoro inaccessibile legato totalmente al passato che sembra rimasto agli anni novanta e che non vuole uscirne! Serve un un unione di intenti e che tutti vadano nella stessa direzione.

Prendiamola come una competizione, come una partita di calcio o di sport, mettiamoci in testa che dobbiamo far meglio dei tedeschi, dei francesi, degli spagnoli e degli inglesi, abbiamo le menti creative per farlo, abbiamo l’arte nel nostro sangue ed è pronta nella forma d’arte più moderna e più completa, la settima arte il cinema e in questo caso le serie tv.

Spero che prendiate questo articolo con il giusto spirito, con la giusta filosofia e non solo come una stupida critica fatta da uno sconosciuto, rispetto tutto il lavoro di tutti, e sono sicuro che tutti insieme si possa rivoluzionare il mondo delle produzioni italiane.

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QUATTRO CHIACCHIERE : IL CINEMA ARCADIA DI MELZO E’ UN ESEMPIO DI COME DOVREBBERO ESSERE I CINEMA!

SALA ENERGIA AL CINEMA DI MELZO(MI) CON LO SCHERMO PIU’ GRANDE D’EUROPA

Edward Norton (attore pazzesco) in una recente intervista, ha dichiarato che “sono le sale cinematografiche stesse che stanno uccidendo il cinema e non Netflix” come dichiarato poco prima da Spielberg.

Girando per le sale cinematografiche, almeno qui in Italia, non posso che dare ragione a Norton, sale spesso inadatte e non abbastanza moderne per supportare a pieno la qualità di video e suono che il cinema moderno necessita.

è vero, in fondo è sempre questione di soldi, non si ha più voglia di investire, e poi in effetti c’è sempre meno persona al cinema e sempre meno appassionati, ormai il cinema va più a periodi che a film.

Detto questo però, non toglie il fatto che l’esperienza al cinema si sta maledettamente avvicinando all’esperienza visiva nella propria casa, con il proprio televisore con qualità video e audio in certi casi superiori.

Andare al cinema ne deve valere la pena, devi essere colpito dalla qualità del suono e dell’immagine, deve invogliarti ad andare li perchè non avresti qualità migliore da nessun altra parte.

Siamo nel pieno della fotografia e degli effetti speciali, abbiamo qualità di ripresa e di suono mai viste, i film sono girati con tecniche nuove e sempre più spettacolari, però non sono supportate dalla qualità del cinema.

è un po’ l’inverso di quello che succede con i televisori in 4k che ormai molti di noi hanno, ma in cui è difficile trovare contenuti di quel livello, i programmi televisivi, se va bene, sono girati in full hd o comunque senza satellite è difficile trasmette con qualità maggiori.

Per i cinema è l’inverso, non sono abbastanza preparati per supportare la qualità video e audio che arriva dai film più recenti, sminuendo il lavoro di fotografia, regia e effetti speciali che c’è dietro ad un film.

Ho visto sale con proiettori vecchi e obsoleti con macchie sullo schermo, schermi piccoli e brutti, sale vecchie con sistemi audio degli anni ottanta, come se prendessimo un nokia 3310 e volessimo giocare non più a “snake” ma a “the last of us 2”.

Vi ho messo il cinema Arcadia di Melzo (MI) nel titolo, perchè davvero quello è un cinema davvero moderno che deve fare da esempio a tutti gli altri.

Al suo interno ha la sala Energia, unica nel suo genere, per un esperienza visiva e sonora che davvero ti fanno capire come dovrebbero essere i film al cinema.

La Sala Energia, la più grande delle cinque sale del cinema Arcadia di Melzo, ospita 630 posti a sedere. Nel 2015 è stata rimodernata con l’allestimento di un nuovo schermo Harkness Perlux (largo 30 metri) e successivamente con la più grande configurazione Dolby Atmos™ installata da Meyer Sound nel mondo.

Il punto deve essere appunto quello di poter supportare la qualità del prodotto che viene offerto, in modo che il pubblico si appassioni davvero al cinema e non solo al film visto a casa nella propria tv

I cinema devono offrire una esperienza unica, completamente vantaggiosa rispetto a qualsiasi altro modo di vedere film, non basta l’anteprima, lo schermo un po’ più grande, i pop corn, non bastano più.

Non è giusto sminuire il lavoro che c’è dietro ad un film solo perchè le sale non sono adatte, con proiettori che in media sono meno luminosi di quello che richiedono i contratti.

è giusto che il cinema segua l’andamento della tecnologia e dello sviluppo dei film, con passione e dedizione a voler migliorare e ad offrire al pubblico esperienze uniche!

Arcadia è un esempio di come tutti i cinema dovrebbero essere, magari con schermi più piccoli e con sistemi audio più economicamente accessibili, ma con cura e passione verso il mondo del cinema e dei film.

Vorrei vedere tutti cinema così, che ti invogliano ad andarci, che ti mettano addosso la passione per questo mondo, un bel modo per passare delle ore in compagnia.

Dei cinema che rispecchino la qualità del prodotto e del lavoro che c’è dietro alla produzione del film, forse Norton non aveva del tutto ragione, ma sicuramente ha messo alla luce un argomento di cui vale la pena parlare e di cui vale la pena discutere.

ci sono altri mille motivi per cui i cinema stanno perdendo pubblico, e questo ultimi mesi non hanno di certo aiutato questo settore, e per questo che bisognerebbe puntare sulla qualità, sulla passione per il cinema e offrire al pubblico uno spettacolo che solo al cinema può godersi con quella qualità.

Il mio è un augurio, una speranza, un sogno, spero davvero che tutto questo mondo possa ritrovare nuova vita e prendere esempio dal cinema Arcadia di Melzo(MI).

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QUATTRO CHIACCHIERE

PARLO DI CINEMA, DI SERIE TV, DI CIO’ CHE MI PIACE E NON MI PIACE DI QUEL MONDO, DALLA SCENEGGIATURA ALLA FOTOGRAFIA, ALLA REGIA.

PARLO UN PO’ DI TUTTO, DI IDEE E PROGETTI, DELLA SITUAZIONE GENERALE DELLA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA E TELEVISIVA.

QUATTRO CHIACCHIERE, UN MODO PIACEVOLE PER PASSARE IL TEMPO E LEGGERE ARTICOLI SU SERIE TV E FILM E IL MONDO CHE LE CIRCONDA