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FANTASCENEGGIATURA: L’IMPRESA IMPOSSIBILE DI CREARE UN FILM SUL FAMOSO VIDEOGIOCO GTA.

Provo ad immaginare come si potrebbe strutturare un film sulla fortunata serie di videogiochi “Grand Theft Auto”.

Nessuno ha mai nominato questa possibilità, perchè solo a pensarci è una cosa troppo complessa e dal facile flop, creare un film su una delle serie di videogiochi più amata e più variegata rende tutto estremamente azzardato.

Grand Theft Auto ha accompagnato i videogiocatori per anni, con titoli sempre più belli e con videogiochi che hanno fatto la storia, come ad esempio “San Andreas” oppure l’ultimo capitolo, che tutt’ora è ancora “attivo” in tutto il mondo grazie all’online.

Nessuno ha mai nominato la possibilità di farci un film, perchè quello di GTA è al tempo stesso un universo semplice quanto complesso, ed è facile fare un film che non c’entri nulla con i videogiochi, ed è forse quello a cui bisogna puntare.

Prendere ispirazione, dichiarare apertamente che è solo un film che trae ispirazione dai videogiochi e che non vuole esserne una copia ma una rivisitazione in chiave cinematografica.

Il mondo più strutturato e curioso penso sia quello dell’ultimo episodio GTA V, che ci da la possibilità di avere tre protagonisti particolari su cui scrivere la storia, e in più ci da una location perfetta per fare alcune citazioni su “San Andreas” giusto per scaldare il pubblico.

Bisogna giocarsela sulle piccole citazioni, sono quelle che conquistano il pubblico senza strafare, come una canzone giusta alla radio, mostrare Grove street e rendere anche tutto un po’ grottesco e divertente, com’è il videogioco.

Ovviamente essendo un film, sarebbe utile creare la storia su una sola missione, senza creare troppo caos, magari rendendo le missioni passate in qualche piccolo flashback, veloce ma che riattiva la memoria sui personaggi e ce li fa conoscere meglio.

Partiamo dalla location del film

Penso che Los Angeles sia perfetta, anche perchè non voglio perdere l’occasione di vedere una scena di inseguimento nel grossi canali del Los Angeles River, con magari qualche salto con la macchina.

Poi c’è Hollywood, c’è Beverly Hills e il deserto della California alle spalle, tutto pieno di citazioni e momenti passati nei videogiochi.

Il film deve essere un gangster movie, ben fatto ma abbastanza leggero con anche un po’ di umorismo, l’importante è che chi vede film senta la leggerezza che c’è nel gioco, non deve essere lento e deve tenere un buon ritmo, per questo ho pensato che il regista perfetto per questo film potrebbe essere Guy Ritchie.

Guy Ritchie è esperto di Gangster movie e li sa gestire alla perfezione, per il ritmo e l’umorismo con cui sono trattati, penso che per GTA lui abbia le doti giusti e le capacità per renderlo un film con il giusto equilibrio di violenza e umorismo, un mix di follia, azione e criminalità organizzata.

Potrebbe essere la sua migliore creazione, tenendo conto del livello del suo ultimo film “The Gentlemen”, sa anche gestire al meglio un grande cast e ha pure una gestione dei personaggi perfetta, non c’è dubbio , potrebbe davvero essere il regista perfetto.

Collocazione temporale

Per quanto riguarda la storia principale io la collocherei qualche anno dopo la fino del quinto capitolo con Franklin, Trevor e Michael, ricchi e felici, per adesso. Uno dei tre farà una cavolata e perderà tutti i soldi, avranno bisogno di un nuovo colpo, però non hanno più voglia di essere coinvolti con la FBI o cose simili, quindi decidono di rapinare un grandissimo diamante a casa di uno dei più grossi narcotrafficanti della zona il signor Ricardo Diaz, vi ricorda qualcosa questo nome?

Personaggi principali

John Boyega

Nei panni di Franklin Clinton avevo pensato all’attore John Boyega, l’attore britannico ha le caratteristiche giuste e penso che questo potrebbe essere un ruolo adatto a lui, a un indole simpatica, ma allo stesso penso che abbia bisogno di scrollarsi di dosso il suo personaggio in star wars, scritto male e caratterizzato peggio.

In questo film di GTA, Franklin è il più giovane del gruppo, quello meno esperto, ma anche l’elemento più folle del trio e grazie hai momenti passati con i suoi due compagni è diventato sempre più bravo, ottimo rapinatore e con una buona mira quando serve sparare, è il classico gangster da periferia che non dimentica il suo passato.

è ancora un po’ infantile ed è facile che faccia la mossa sbagliata, adesso che è un uomo ricco con una villa a Beverly Hills è cambiato, ma non dimentica le sue origini e torna spesso nella sua vecchia casa con la sua “banda” a lottare contro i “ballas” per la supremazia del territorio.

è ancora single, anche se vive con la sua piccola nipote, un elemento in più che potrebbe caratterizzare meglio il personaggio, magari un forte lutto che giustifichi il fatto che spesso lui torna alle origini per proteggere il suo territorio, un uomo che nonostante tutto non riesce uscire dalla vita criminale e che vuole aiutare sua nipote.

Lui rappresenta il fragile equilibrio tra povertà e ricchezza, tra passato e presente.

Nel ruolo di Michael de Santa propongo Mel Gibson, lo so in un certo senso è un po’ azzardata, ma è un ottimo attore, a nel proprio passato molta azione e sa essere sia divertente che violento, ha un atteggiamento da leader e penso possa rappresentare perfettamente gli alti bassi dell’umore di Michael.

Nel film vivrà nella sua bellissima casa, con la sua piscina e il suo amato campo da tennis, sua moglie continua a fare spese inutili e lui prova a fermare i vizi pericolosi dei propri figli uno ormai drogato e la figlia che vuole diventare una star del porno.

Lui è un padre premuroso e all’inizio della storia e proprio alle prese con suo figlio, che consuma meanfetamina e con una ricerca e grazie alle vecchie conoscenze, risale al boss che spaccia tutta quella droga in città, il famoso narcotrafficante, Ricardo Diaz.

Nonostante lui non voglia più fare questo “lavoro”, Michael si ritrova immischiato in un piccolo giro criminale, lui lo fa per suo figlio perchè vuole salvarlo da una morte ormai certa causata prima o poi da una overdose.

Il personaggio di Michael è un po’ più complesso, ermetico e difficilmente si capisce quello che prova realmente, ama la sua famiglia e lotta con se stesso per rimanere tranquillo, perchè una parte di se ha bisogno dell’adrenalina dell’azione.

Sua Moglie Amanda, potrebbe essere interpretata da una bravissima Michelle Dockery che ha già lavorato con Ritchie, i figli potrebbero essere interpretati da Matilde de Angelis per Tracey e qualche attore emergente per Jimmy.

Per il ruolo di Trevor Phillips, quello più complicato e folle seguo un suggerimento che ho letto su un forum e devo ammettere che Christopher Meloni sarebbe perfetto, abbiamo già visto la sua “follia” in Happy!, è un attore di grande talento.

Trevor rimane il personaggio più instabile dei tre, il più trasandato e lontano dalla vita caotica della città, nonostante i soldi fatti con le rapine, è rimasto umile e sereno nel deserto della California, a molti chilometri da Los Angeles.

Sarebbe interessante che Trevor vivesse sempre in una roulotte, o una piccola casa, collocata nel vecchio aeroporto nel deserto con tutti gli aerei dismessi, presente in “San Andreas”, sarebbe una location suggestiva che darebbe già un tocco in più al film, con la possibilità di sfruttare una fotografia emozionante con i colori del deserto e la nostalgia degli aerei dismessi.

Trevor deve essere il punto di svolta, l’uomo che non è uscito del tutto dalla vita criminale e che riporta con se i suoi compagni di squadra, ormai al verde e senza soldi, sperperati in modo inutile, Trevor ha bisogno di tornare a “lavorare” nel mondo del crimine, non vuole dire nulla ai suoi amici e escogita un piano da solo.

Vuole rapinare la casa del Narcotrafficante Diaz, ma per farlo si rende subito conto di aver bisogno di aiuto e a malincuore deve chiedere aiuto a Michael.

Storia Principale

Penso che la cosa più ovvia sia presentare i tra personaggi in situazioni differenti, divisi tra loro ma con indizi che ci ricordano dov’è collocata la storia, ognuno sta proseguendo la propria vita dopo tutte le missioni viste nel gioco.

Il primo ad essere visto sarà Franklin che dopo aver salutato i suoi amici, esce dalla sua vecchia casa a Downtown, si vede la periferia, la povertà e i diversi graffiti delle diverse bande della zona, sale una vecchia macchina americana, pronto per andare a riprendere un oggetto che gli è stato sottratto dai Ballas.

Michael invece è a casa che sta lucidando una bellissima auto sportiva nel proprio garage, si vede che è felice e rilassato, però viene interrotto dalla moglie che lo avvisa che il figlio Jimmy non è ancora tornato a casa e che sua figlia è a San Fernando da due giorni, lui ha uno scatto di rabbia e rompe il fanale dell’auto, prende la pistola e va a cercare suo figlio.

Trevor sta perdendo dei soldi in un poker clandestino in un piccolo paesino perso nel deserto, perde tutto si alza con rabbia dal tavolo e arrivato a casa vede un avviso di sfratto per mancati pagamenti delle tasse, esprime tutta la sua rabbia sparando a casaccio verso gli aerei dismessi.

Le storie proseguono, Michael esce da un locale in centro trascinando suo figlio in macchina, quando esce vede sfrecciare la macchina di Franklin inseguito da due auto Ballas e subito dopo due auto della polizia a sirene spiegate.

Michael sale in macchina e chiama Franklin, che in macchina con sua nipote, e sta fuggendo dalla polizia e anche dai Ballas, fanno inseguimento nei canali della città, poi Franklin riesce a fuggire in un magazzino dismesso, dove fa il cambio della macchina.

Mentre Michael dice che è troppo vecchio per queste cose (semicit.) e parla con suo figlio che è ancora sporco di droga sui vestiti e che avvisa il padre che sua figlia e da due giorni via perchè sta girando un porno.

Michael sbrocca e inizia a inveire contro il mondo intero e corre in auto prendere sua figlia.

Trevor è incasinato e sta interrogando uno spacciatore che ha catturato e lo tiene legato e bendato nella sua cantina, lo tortura perchè vuole sapere tutto su Ricardo Diaz e se potrebbe avere dl denaro nascosto, lo spacciatore si scoprirà essere il nipote di Diaz e parla a Trevor di diamanti e gioielli custoditi nella grande villa di Diaz.

Trevor inizia a pianificare la rapina, mentre Michael ha bisogno di Franklin per risolvere la questione di suo figlio, che continua ad entrare in brutti giri, infatti decide di spedire sua figlia a casa di Franklin in modo che sia lui a controllarla e a lasciarla a casa con sua nipote, magari così, secondo Michael, tornerà sulla retta via.

Mentre Jimmy, racconta a Michael del diamante di Diaz che ha sfoggiato ad una festa nella sua villa, dove c’era droga e fiumi di alcol e prostitute.

Michael ce l’ha con Diaz perchè ritiene che sia colpa sua se tutto non riesce a tornare alla normalità, anche se è evidente che non è realmente così, Franklin ce l’ha con Diaz perchè finanzia i Ballas, e vorrebbe indebolirlo, oltretutto è appena tornato in città un suo vecchio amico che vuole mettere a posto alcuni vecchi affari e avrebbe bisogno di alcuni documenti che sono presenti nella cassa forte in casa di Diaz.

Tutti sono collegati da questo Narcotrafficante ma nessuno di loro lo sa, e solo quando Trevor chiama che tutti e due accettano senza problemi, lasciando Trevor perplesso.

Organizzano il colpo, si travestono da tecnici della caldaia, per esplorare la casa e iniziano ad escogitare il piano perfetto per rubare il contenuto della cassaforte.

Il colpo non va per il meglio e Trevor si trova costretto ad uccidere Diaz, compromettendo il suo futuro da uomo libero, dovrà tornare nel mondo del crimine se vuole sopravvivere, ma non vuole che siano coinvolti anche Franklin e Michael che prenderanno solo la loro parte di soldi, ma non saranno più coinvolti.

La scena finale vede Franklin con in mano in documenti nella sua auto, quando scende vediamo chiaramente che si trova in Groove Street, famosa via e punto d’inizio di “San Andreas”, entra nella casa, e seduto girato di spalle c’è una persona, Franklin la chiama “CJ” lui si gira è ringrazia Franklin per i documenti di Diaz.

Mi piacerebbe, e qui concludo, che il personaggio iconico di CJ fosse interpretato da Jamie Foxx, che penso sarebbe perfetto in quel ruolo.

Commentate, dite cose ne pensate e soprattutto dite la vostra, proponete attori, trame e personaggi…

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FANTASCENEGGIATURA: NETFLIX PRODURRA UNA SERIE LIVE-ACTION SU ASSASSIN’S CREED!

Provo a descrivere cosa mi piacerebbe vedere e ad immaginarmi la serie.

Ormai è sulla bocca di tutti, Netflix produrrà una serie live-action tratta dalla fortunata e famosa serie di videogiochi Ubisoft, Assassin’s creed.

Questa notizia ha mandato tutti in hype anche chi magari non conosce benissimo i videogiochi, anche se c’è ancora un po’ di paura visto i pessimi risultati del film con Michael Fassbender.

Questa potenzialmente potrebbe essere una serie davvero pazzesca per la sua idea autoriale di fondo che ha reso fin da subito i videogiochi belli e avvincenti, noi tutti molti anni fa ormai, siamo rimasti affascianti da questi assassini, con lame nascoste e mosse acrobatiche.

Una tentazione per molti produttori di cinema che però non sono mai riusciti a far risaltare il prodotto come speravano, anzi il film è stato davvero un piccolo flop, forse perchè effettivamente a questo film servirebbe un budget molto elevato.

Penso che il costo di produzione sia un problema molto grosso che potrebbe compromettere l’uscita di un prodotto di qualità, per far spazio a qualcosa di semplice e banale che è vendibile solo per il titolo.

Il potenziale è sotto gli occhi di tutti perchè potrebbe tornare in voga una serie storica e seguire l’onda dei film tanto amati nei primi anni 2000 dove Ridely scott ci ammaliava con pellicole come il gladiatore e le crociate.

ed è da proprio qui che voglio partire, come possibile showrunner di spessore vedrei benissimo Ridley Scott che grazie alla sua esperienza potrebbe portare la serie a davvero degli ottimi livelli di qualità.

Uno showrunner del genere farebbe molto clamore e aumenterebbe una aspettativa che in effetti è già molto alta e piena di pretese date dai videogiocatori più esperti e che sanno ogni minimo dettaglio del gioco.

Il dubbio iniziale sarebbe proprio quello di rimanere fedeli ai giochi o allontanarsi un po’ come ha fatto il film, che però aveva poi una sceneggiatura povera e limitata anche se in effetti è stato troppe volte paragonato ai videogiochi con aspre critiche che non erano molto coerenti.

Anche la scrittura vuole la sua parte e in queste occasioni serve una mano esperta, un autore che è in grado di creare una serie tv storica con elementi di fantasia per renderla più televisiva, io ho pensato al creatore di “Vikings” e “i Tudor “, entrambi scritte magistralmente da Michael Hirst.

Tutti questi nomi potrebbero attirare l’attenzione su una serie che già sta facendo impazzare le discussioni sul web, ovviamente è solo la mia fantasia e nulla di più, dubito fortemente possa andare davvero così.

Mi piacerebbe un regista unico per tutti gli episodi, un regista che sta spopolando negli ultimi anni e che mi piacerebbe davvero vederlo all’opera su una serie, ancora di più se si tratta di un live-action con grandi tratti storici.

Denis Villenueve un regista che riesce a dare una buonissima qualità a tutte le pellicole che ha diretto e che secondo me avrebbe davvero un ottimo potenziale in una serie del genere, con una aspettativa così alta.

Il budget ovviamente deve essere altissimo e devo ammettere che un po’ mi spiace che non la produca Amazon che ha una base di partenza sicuramente più ricca e potente di Netflix e che è meno vincolata dalle “voglie” del suo pubblico.

Ho paura che Netflix la renda troppo da teenagers e che il tutto risulti troppo banale e poco storico, quasi tutto incentrato su Desmond Miles e non sul suo alter ego storico, io invece punterei davvero molto sul lato storico della serie.

Serve violenza, fatti reali mischiati con la fantasia, per quello ho scelto tre persone che hanno avuto a che fare con questo genere di trame, sarebbe davvero un sogno vedere tre persone così al lavoro su una serie del genere.

L’altra difficolta risulta essere quale trama portare e se portare una dei videogiochi, scelta parecchio difficile, ma che io sfrutterei proprio come la saga ludica, e la penserei come una serie antologica dove ogni stagione c’è un diverso personaggio che parte dell’idea dei videogiochi.

Facile partire quindi dalle Crociate, da Gerusalemme e dall’ambientazione del primo capitolo della saga dei videogiochi, iniziata nel 2007, con protagonista Altair e Desmond Miles.

Io inizialmente per la serie terrei lontana la parte dell’animus e di Desmond, ma partirei subito dalla parte storica, come se fosse una storia vera, un capitolo dei libri di storia che non viene mai letto.

Magari la terrei come colpo di scena finale che ti aspetti ma che allo stesso tempo sei convinto che la serie abbia preso un’altra direzione, per poi usare la storia dell’animus come collegamento tra le diverse stagioni.

Manterrei anche il personaggio di Altair con ovviamente qualche modifica sia a lui che alla trama che lo circonda, mostrando a sprazzi momenti della sua infanzia, ma senza rivelare del tutto per quale motivo lui sia un assassino.

Ci deve essere la giusta dose di violenza e di azione, ma allo stesso tempo serve un Villain che possa essere ammirato dal pubblico come protagonista, anzi punterei molto sulla scrittura di esso.

Approfitterei del tempo storico per inserire nella serie anche Saladino e Riccardo cuor di leone, magari più come comparse, ma che alzerebbero sicuramente il livello della narrazione e della trama.

Chi potrebbe essere Altair?

Ho pensato a Mehdi Debhi che ha le giuste caratteristiche fisiche di quei luoghi e che secondo me avrebbe un grandissimo potenziale in questo tipo di ruolo, con la dovuta cura dei particolari e un grande allenamento per interpretare al meglio il personaggio.

Per l’attore deve essere un’aspirazione come lo è stato Geralt di Rivia per Cavill, l’attore deve sognare di interpretare questo personaggio che ha sicuramente un grosso potenziale e che potrebbe affascinare gli spettatori, utilizzando stuntman che fanno acrobazie e combattimenti.

fondamentale il costume, la lama e tutte le parti tipiche della serie di videogiochi, importante la giusta dose di violenza per renderlo molto realistico, per rendere la serie tv di impatto che colpisca anche il pubblico visivamente.

Altair mi piacerebbe vederlo schivo, silenzioso, con il passato molto tormentato, come se fosse un monaco silenzioso che fa della fede il suo unico cammino da cui non si discosta mai, un esecutore senza scrupoli ma che segue delle regole e dei riti ben precisi.

Il contrasto forte di usare la morte come mezzo per far terminare le guerre, sangue che cerca di estinguere il sangue, una violenza mirata, precisa con obiettivi che stanno al culmine della piramide del potere.

Ovviamente con il passare del tempo capirà che in realtà la propria setta di assassini vuole prendere il potere e conquistare poco a poco Gerusalemme uccidendo anche Saladino, un uomo di potere ma con grande intelligenza che è riuscito a far tornare la pace nel suo regno.

Altair avrà un confronto con questo uomo che a sua volta lo sfrutterà per soverchiare la setta di assassini e distruggerla.

Lui che è nato è cresciuto nel suo credo non vuole distruggere tutta la sua vita e decide di ricostruire il credo degli assassini da zero, rifondandolo con nuove regole che non prevaricano mai il potere, ma che cercano di guidare la storia in una certa direzione, rimanendo sempre nell’ombra.

L’ombra, il nascondersi, l’essere presenti ma invisibili penso sia fondamentale questo aspetto per la serie tv, ci deve essere sempre un alone di mistero intorno ad Altair, al suo passato e alla sua vita al di fuori dell’essere un assassino.

Silenzioso, micidiale, e quasi invisibile, questo sono le caratteristiche dell’Altair che vorrei vedere sullo schermo, qualcosa di violento, cinico ma che segue sempre il suo credo e i suoi obiettivi.

Mi piacerebbe dare importanza anche ai personaggi secondari come Saladino e Riccardo cuor di Leone chi potrebbero essere gli attori giusti per questo ruolo?

Potrebbe sembrare scontato, forse lo è, ma penso non ci sia attore migliore di Charles Dance per interpretare Riccardo cuor di Leone, sia per il suo aspetto fisico, ma anche per la sua portanza inglese, il suo sguardo severo e imperioso.

Facile immaginarlo nel ruolo di comandante di un esercito o nel ruolo di un re, visto la sua interpretazione di Tywin Lannister in “GOT”.

Anche questo è scontato ma chi meglio di uno che già ha fatto Saladino può interpretare un Saladino più anziano, come l’attore Siriano Ghassan Massoud che già ai tempi del film “Le Crociate” secondo me era stato il punto forte del film, mi piacerebbe un sacco che più di 15 anni dopo lui potesse tornare nei panni del suo ruolo più famoso con quella frase emblematica e molto significativa, che alla domanda “Quanto Vale Gerusalemme?” lui risponde “Tutto e Niente!”.

Quella frase rappresenta un po’ tutte le sfumature di quello che può essere la serie tv su Assassin’s Creed dove viene messa in risalto l’inutilità della guerra, ma allo stesso tempo la necessità dell’uomo di far vedere la propria forza, e di mostrare che il proprio Dio è più forte del suo.

Gerusalemme una semplice città, ma che rappresenta la fede dell’essere umano, il punto di partenza del credo e del fanatismo di molti popoli che vedono in quel luogo “il diamante del loro potere”.

Altair, sta nel mezzo, anche lui convinto che la sua fede sia la via giusta, il punto di equilibrio, tra violenza e pace tra i popoli, molto simile a Saladino nella filosofia e molto simile a Riccardo cuor di leone nel forza e nella tenacia.

Pur essendo un semplice uomo, Altair capisce appunto che quella città, quella guerra, tutta quella violenza è tutto, perchè quello è il centro del mondo, è simbolo del potere di un popolo è il miglior posto al mondo per far vedere quale religione sia migliore.

Ed è niente perchè in fondo è una città come altre, con persone normali, che hanno avuto la sfortuna di vivere li in quel periodo storico.

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FANTASCENEGGIATURA: TRUE DETECTIVE 4, COME MI PIACEREBBE CHE FOSSE.

Provo ad immaginare un soggetto e un cast che mi piacerebbe vedere nella quarta stagione

Questa serie l’ho citata un po’ ovunque nel mio blog perchè per me è grande fonte d’ispirazione e perchè sono un amante del genere, quindi dopo averla recensita e dopo aver difeso la seconda stagione, mi voglio cementare nella sfida di creare una quarta stagione immaginaria.

Premetto che questa serie mi ha già ispirato moltissimo, mi ha già portato a scrivere un libro e altri due soggetti pronti per essere elaborati, quindi non è facile per me distaccarmi da ciò che ho già creato per immaginarmi un’altra storia.

Io ci provo sperando che questo articolo possa catturare non solo la vostra attenzione, ma anche la mia in modo che io possa utilizzare in futuro questa mia idea, almeno che Pizzollatto non legga questa articolo e mi rubi l’idea.

Qualche mese fa l’autore della serie, Nic Pizzollatto appunto, ha dichiarato che vorrebbe fare qualcosa di innovativo e estremamente selvaggio, qualcosa di diverso dalle prime tre stagioni, ma che mantenga sempre lo stile della serie.

Si era anche parlato di un possibile ritorno di Matthew McConaughey nei panni di Rust e collegare in qualche modo le tre stagioni, anche se l’idea mi piace, anch’io come Nic, voglio provare a scrivere qualcosa di diverso in modo da divertirsi un po’ con la scelta del cast.

La location è un punto fondamentale di questa serie, ogni stagione è condizionata dal posto in cui è ambientata, si passa dalle paludi della Lusiana nella prima, alla città californiana nella seconda, per poi tornare nell’America rurale nella terza ambientata sull’altipiano dell’Ozark.

Vorrei rimanere in un ambientazione abbastanza simile alla terza stagione in uno stato di sui si parla pochissimo e famoso solo per un monumento che il più delle volte è deludente per chi l’ha visto, un terra fatta di praterie e montagne frastagliate, quasi taglienti, il South Dakota.

Ho scelto questa zona dell’America perchè è un paese poco considerato, famoso solo per il monte Rushmore e per le Black Hills (presenti in foto), è una terra selvaggia, spirituale in cui sembra anche facile poter nascondere qualcosa ed avere dei segreti.

Un’altra volta si torna in una terra rurale dove l’America che noi conosciamo è molto lontana, dove misteri e omertà fanno da contorno ad un paesaggio selvaggio, pieno di insidie con rocce che sembrano dei coltelli affilati.

Una location in pieno stile True Detective, isolata e sola come l’animo dei suoi protagonisti, selvaggia e antiquata come la mentalità dei suoi abitanti legati ancora a tradizioni antiche e misteriose.

Sarebbe bello è particolare che mantenere lo stile per cui di solito uno dei protagonisti narra la storia mentre del suo passato e delle sue indagini, in tutte e tre le stagioni i protagonisti erano tormentati da un caso che condizionava le proprie vite, tutto basato sul lato introspettivo.

Sarebbe bello se questa volta non fosse il detective a raccontare la storia e a ricordare, ma che fosse una vittima, uno che hai tempi dei fatti accaduti fosse un bambino, che aveva dei forti legami con il detective protagonista.

Fino alla fine non si capirà davvero chi è quel signore che narrerà la storia e in che modo lui fosse coinvolto, lo vedremo parlare con un ghost writer pronto a scrivere la sua storia.

Dovremmo chiederci cosa c’entra con i detective, se è il loro figlio, se si tratta di uno dei bambini coinvolti nel caso o se è solo un impostore che si sta inventando una lunga e misteriosa storia di violenza e omicidi.

Quindi per la prima volta sarà la vittima a raccontare la storia, un uomo solitario di mezz’età con una piccola casa rurale che sembra in cerca di attenzioni e amicizia, un uomo tormentato e solo ma con i modi di fare gentili e garbati.

Visto che facciamo fantasceneggiatura per questo ruolo mi immagino un vecchio attore di successo che è sparito dai radar e non si sa più bene che fine abbia fatto un attore che appena lo vedi ti possa riattivare un sacco di vecchi ricordi.

Un attore che rispecchi un po’ le caratteristiche di uno uomo dal passato difficile, con occhi pieni di malinconia, reso trasandato dagli eventi, abbandonato a se stesso e solo, un uomo che cerca riscatto e cerca di riprendere in mano la sua vita.

reggetevi forte…Brendan Fraser! L’attore della trilogia de “La mummia”.

Brendan Fraser interpreterà appunto un uomo che racconta una storia di quando lui era bambino, parte del principio, quando lui aveva circa 10 anni e vide poco a poco sparire tutti i suoi amici e compagni di scuola.

Hill city una piccolissima città a ridosso delle Black Hills in cui stando all’ormai uomo Will (Brendan Fraser) fu luogo di misteriose sparizioni e omicidi di bambini a circa metà degli anni ottanta.

Di questa storia nessuno sa nulla, ma un giovane Ghost writer vuole saperne di più e decide di scrivere un libro su questa storia, intervistando appunto Will.

Fin da subito non si riesce a capire se ciò che dice Will sia la verità dei fatti o una semplice storia di fantasia, perchè lui sostiene di essere stato l’ultimo dei bambini rapiti e di aver collaborato con due detective ma di cui non si trovano informazioni e tracce, è come se questo caso non fosse mai esistito.

La storia inizia a prendere forma quando il Ghost writer trova negli archivi del comune le nascite degli anni 60′ e nota che in effetti di tutti quei bambini non c’è più traccia da metà degli anni 70′ come se fossero spariti nel nulla.

C’è molta omertà e tutti sembrano che vogliono nascondere qualcosa, il paese è cambiato negli anni, è diventato più turistico, metà per gli escursionisti e la popolazione degli anni 70′ si è sparsa per tutta l’America come se fosse fuggita da qualcosa.

Will è uno degli unici che è rimasto a vivere li e che sostiene questa strana e misteriosa storia.

La storia parla di quasi dieci bambini scomparsi, praticamente una classe intera della scuola del paese, tutti della stessa età e tutti maschi, a svolgere le indagini sul caso secondo Will c’erano due detective dello stato un uomo e una donna, descritti minuziosamente dal narratore come tutti i dettagli della storia.

Per il detective che sarà il vero protagonista della serie, ho deciso di scegliere un attore molto conosciuto, ma i cui ruoli non sono molto facili da ricordare, più attivo alla fine degli anni novanta e inizio duemila, attore secondo me davvero di talento, Guy Pearce .

Guy Pearce penso che abbia un potenziale perfetto per interpretare il protagonista di questa serie, con il suo sguardo misterioso, a tratti anche un po’ tenebroso, sembra sempre perfettamente calato nei personaggi che interpreta.

Qui interpreterà un detective dello stato del South Dakota, chiamato dalla polizia locale per le continue sparizioni, si chiamerà Corlton Brady, un detective molto introspettivo, concentrato sempre sul caso e poco socievole con chi non conosce, molto professionale ma dai modi di fare rudi e a volte violenti.

Un uomo solitario, senza famiglia e senza figli, che non ha fatto altro che lavorare nella sua vita, un po’ per la CIA durante la guerra fredda e un po’ per il governo, si ritrova in South Dakota convinto di trovare la pace interiore che tanto cerca da molto tempo.

Purtroppo la sua volontà e dedizione al lavoro non lo fa mai dormire e si porta con se i problemi dovuti a questo disturbo, non riesce mai a staccare veramente dal lavoro, non ha sfoghi, fuma e beve senza mai perdere la lucidità.

Nonostante erano dieci anni che era lontano dai casi più importanti, appena sente la notizia delle sparizioni si butta subito a capofitto sul caso senza pensarci due volte prende in mano subito la situazione e il caso inizia a fare progressi grazie alla sua guida.

In questo caso sarà affiancato da una giovane detective alle prime armi, mandata anch’essa dallo stato, ma che non conosce affatto il detective Brady, lei è la prima volta che segue un caso del genere e si è addirittura ritrovata nel pieno di esso, perchè stava curando sua nonna malata che abitava proprio nel paesino delle sparizioni.

Mi piacerebbe davvero un sacco che questo ruolo fosse di Jennifer Lawrence

Jennifer Lawrence secondo me sarebbe davvero perfetta per questo ruolo, attrice bellissima e di talento, penso che abbia bisogno di una serie del genere per conquistare anche il mondo delle serie tv dopo quello del cinema.

Penso che possa essere in grado, come Matthew McConaughey di fare un interpretazione che rimanga veramente nella storia delle serie tv, che ti faccia volere vedere un oscar assegnato anche se non è possibile.

è un attrice molto duttile che riesce ad entrare perfettamente nei propri personaggi, portata un po’ via ultimamente da grandi ruoli si è ritrovata in film un po’ semplici e con trame banali il cui personaggio era esaltato più per la sua bellezza che per il suo talento.

Purtroppo Hollywood sta facendo un’altra vittima nascondendo quasi il talento di un attrice che ha vinto un oscar da giovanissima, mi piacerebbe vedere un Jennifer vecchio stile, un personaggio scritto bene che metta al centro il suo talento.

La detective che interpreterà di chiamerà Keira Clayton, giovane detective alle prime armi, con una bambina, mamma single con una bambina che già grande, quasi adolescente.

Keira ha sempre vissuto in città con la sua famiglia adottiva, ha un passato difficile travagliato, con i genitori adottivi molto rigidi e religiosi, lei per ribellione fugge di casa a 16 anni quando rimase incinta e venne subito abbandonata dal padre della bambina.

Con forza e determinazione riusci a continuare gli studi e infine a diventare detective dello stato, grazie alla sua determinazione al suo impegno e talento non ci mise molto a fare carriera nella polizia.

Inizio a legarsi molto alla sua nonna biologica che viveva da sempre nella parte più rurale dello stato in un piccolo paesino delle Black Hills, purtroppo non essendo più autonoma, Keira decise di trasferirsi li per qualche mese e si ritrovò nel pieno dei casi delle sparizioni ed essendo già sul posto, la polizia di stato gli affida il caso come assistente del detective Brady.

Tra i due nasce subito un buon rapporto, hanno un carattere simili, lei vede in lui il padre che in pratica non ha mai avuto e lui vede in lei una figlia che non ha mai avuto, questa dinamica crea una buona collaborazione.

Keira è più coinvolta emotivamente nel caso perchè sa cosa vuol dire avere un figlio e cosa vorrebbe dire se sparisse nel nulla all’improvviso, poi sta curando sua nonna che è molto legata a questa terra e sembra spaventata da ciò che sta succedendo.

Invece Brady è più freddo e distaccato sia dal territorio che dai sentimenti delle vittime, però la sua dedizione al lavoro lo porta comunque ad essere di supporto emotivo quasi quanto lo è Keira.

Nonostante la giovane età e il passato difficile, il detective Keira Clayton si fa spazio subito nel caso con ottime intuizioni e con una capacità quasi ipnotica negli interrogatori.

Ci sarà sempre un po’ di pregiudizio nei suoi confronti perchè essendo in una zona rurale ed essendo negli anni sessanta c’è ancora molto pregiudizio verso una donna che fa questo mestiere e che ha fatto carriera così in fretta.

Le indagini si fanno ancora più intense e serie quando sembrerebbe che nelle sparizioni siano coinvolte più persone all’interno del paese, come se tutti sanno qualcosa ma non vogliono parlare.

Anche alcuni dei genitori delle vittime sembrano non essere poi così disperati per la scomparsa del proprio figlio, hanno tutti qualcosa di strano in quel paese.

Per la maggior parte minatori o imprenditori dell’oro, le persone qui sono di passaggio, altri invece sono ancora legati alle tradizioni Sioux che abitavano quelle zone da millenni.

Sembra che ci sia una setta legata a rituali pagani, mischiati con credenze antiche degli indiani, c’è molta tensione nel paese e una forte rivalità tra chi vive qui da secoli e chi invece e solo qui per prendersi l’oro.

Nonostante siano già gli anni 70 sembra quasi che qui il tempo si sia fermato alla fine dell’ottocento, con accese rivalità, con finti cowboy e con oscure tradizioni e sette che venerano chissà quale Dio.

Ovviamente la presenza dei due detective non viene vista di buon occhio e non è affatto facile muoversi nelle indagini in situazioni del genere, sopratutto per Keira che deve pensare anche a proteggere sua nonna e sua figlia.

Durante le indagini i due detective parlano spesso con un bambino, un piccolo chiacchierone amico della figlia della detective, lui parla molto e dice tutto ciò che vede e sente ai due detective.

Il bambino ovviamente è Will, ma sembra l’opposto di quello che è da adulto, qui sembra estremamente solare e felice, e il suo sogno è fare il poliziotto da grande, anche la sua famiglia sembra non essere come le altre, sembra un raggio di luce nelle tenebre.

Andando avanti con le indagini Keira scopre che anche sua nonna sa molto di più di quello che dice e sembrerebbe sia coinvolta molto di più di quello che dice, infatti nella cantina della casa trova oggetti particolari collegati ai riti satanici o roba simile.

Prima che possa reagire però sua nonna muore avvelenata, forse perchè voleva parlare e rivelare tutto. spaventata da questo evento Keira vuole andarsene con sua figlia, ma Brady insiste per far mettere sua figlia sotto copertura in città e lei di rimanere a finire il caso.

Più vanno avanti le indagini e più la situazione si fa inquietante, i due detective ricevono delle minacce e le polizia locale non sembra voler collaborare, anzi anche qualche poliziotto sembra coinvolto.

Sparisce anche il piccolo Will e questa volta con tutta la sua famiglia, i detective hanno un elenco di più di venti sospetti, e sono stati trovati due corpi mutilati di due dei bambini rapiti.

Scoprono che c’è veramente una setta che rapisce i bambini e fa sacrifici umani, oscurata e annebbiata dalla droga, tutto partì come uno stupido gioco fino a diventare violenza e orrore.

I due detective organizzano una retata e riescono ad arrestare ed uccidere un po’ di persone, in tutto quasi venti persone saranno coinvolte nel caso, ma dei bambini nessuna traccia.

Troppo vaste e selvagge le Black Hills per trovare i corpi dei bambini, solo 5 sui 13 furono trovati, e appena fu chiuso il caso il distretto di polizia scomparì in un incendio perdendo tutte le prove sul caso.

Il detective Brady fu trovato morto impiccato nella stanza d’albergo e della detective Keira si persero le traccie, il male evidentemente aveva vinto.

Era la prima volta che questa storia veniva raccontata completamente, finalmente c’era qualcuno che credeva a Will dopo molto tempo, isolato e solo creduto pazzo da tutti i nuovi abitanti del paese.

Un paese molto cambiato, più turistico e con i Sioux che diventano anch’essi attrazione turistica, molte miniere sono chiuse altre lavorano ma con sitemi moderni.

Tutta america passa in quelle zone per vedere il monte Rushmore simbolo dell’inizio della nazione, tutto è più luminoso e più bello, non c’è nessuna traccia di quella brutta pagina di queste terre, nessuna traccia se non nella testa di Will.

Facendo alcune ricerche il Ghost Writer trova quella che potrebbe essere l’anello mancante di questa storia, quella giovane detective di cui si persero le traccie, non si chiama più Keira Clayton ma Alicia Taylor e vive in Canada a Toronto, con due figlie e molti nipoti, con un marito e ormai è in pensione.

Il Ghost writer la va a trovare e li racconta la storia di Will per trovare dei riscontri, lei è meravigliata che sia ancora vivo perchè per tutti i 13 bambini scomparsi erano tutti morti, racconta anche che tutta la storia è vero e che lei sconvolta dalla morte del collega, che secondo lei è stato ucciso, era fuggita in Canada con sua figlia lasciando il lavoro.

Spiega come fosse stata abbandonata in un luogo dove nonostante la risoluzione del caso continuava a ricevere minacce di morte, un luogo dove ancora il diavolo non se n’era ancora andato, ma che fortunatamente non ebbe più casi di sparizione.

Vista la situazione Keira lasciò il caso, praticamente ormai risolto e lo passo ad altri detective che lo chiusero definitivamente qualche giorno d’oggi, sparendo per sempre da qualsiasi registro storico, come se non fosse mai accaduto.

La ormai anziana detective sottolinea come solo il tempo può cambiare certi luoghi, solo il tempo può far sparire alcune mentalità e tradizioni pericolose.

Alla fine di tutto, Keira torna a trovare l’ormai adulto Will, chiedendogli in tutti i modi scusa e se può perdonarla, gli offre di venire con lei in Canada, ma lui vuole restare li, perchè dice che quella e casa sua.

La serie finisce con un grosso abbraccio tra i due e con il Ghost writer che chiude il proprio libro degli appunti, un grosso block-note proprio come quello di Rust Cole nella prima stagione.

è perchè no, sarebbe ancora più bello e assurdo se il Ghost Writer non venisse mai inquadrato, magari solo le mani, verrà solo nominato e non sentiremo nemmeno la sua voce, tanto è fantasceneggiatura no?

Solo alla fine partendo da quel grosso e identificativo Block-note, alzando l’inquadratura vedremo che si tratta proprio di Rust Cole, che in realtà non è un Ghost writer, ma è ancora un detective e voleva risolvere del tutto questo caso finito nell’ombra.

Fine.

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FANTASCENEGGIATURA : CHI POTREBBE ESSERE IL NUOVO WOLVERINE?

HUGH JACKMAN NEI DIVERSI WOLVERINE

Difficile spodestare un attore che ormai è entrato nella storia del cinecomic, Hugh Jackman, attore perfetto per interpretare Wolverine. Lo abbiamo visto in molti film e il personaggio è invecchiato con l’attore, sia in esperienza che in interpretazione.

Logan è stato l’apice di un personaggio che Hugh ha sempre interpretato al meglio e che ha fatto suo a tutti gli effetti, tanto che ci sembra impossibile che qualcuno possa fare di meglio.

Siamo abituati a vedere cambiare Batman, Superman, Spider-man ma non Wolverine, perchè ormai nella nostra mente c’è sempre e solo la faccia di Hugh Jackman con i grossi basettoni che lo fanno sembrare una “bestia”.

Però il cinema è un percorso creativo e in ogni percorso i personaggi, gli interpreti e le storie cambiano, molte delle volte seguendo le volontà del “Dio denaro”.

Dobbiamo farcene una ragione e iniziare a pensare a chi ci piacerebbe vedere nei panni di Wolverine, io ne metterò tre, perchè si sono ancora indeciso e dubbioso su chi potrebbe essere il degno erede di Hugh.

La mia prima idea portava a Tom Hardy, già c’erano state delle voci su questa possibilità e devo dire che non mi sarebbe per niente dispiaciuto, penso abbia delle caratteristiche interessanti per il personaggio, però non so c’è qualcosa che non mi convince.

Tom Hardy ha interpretato spesso dei ruoli in cui è molto silenzioso, cupo, quasi da sembrare timido, è un personaggio schivo che difficilmente va allo “scontro” con altri personaggi.

Esteticamente visto così con la barba ci porta subito a pensare ad un possibile sostituto ideale, magari con un film un po’ più “fumettato” dei precedenti, tornando alla classica “uniforme” del Wolverine” dei fumetti, anche se non mi piace molto, però penso che se l’idea sia quella, Tom Hardy sarebbe molto adatto.

Dopo aver visto la serie tv Netflix, “The Witcher” ho iniziato a pensare che anche Henry Cavill sarebbe un ottimo Wolverine, che per certi versi somiglia anche molto a Gerarlt di Rivia

Molto probabilmente vedremo già l’ex superman nei panni di Wolverine, si dice che potrebbe già apparire nel film con Brie Larson in “Capitan Marvel 2”. In effetti Henry Cavill sembra proprio perfetto nei panni di Wolverine, forse è davvero l’erede di Hugh Jackman, però deve riuscire a fare suo il personaggio.

Con The Witcher ha dimostrato di essere adatto a ruoli di questo genere, dal punto di vista fisico e visivo, ma per fare Wolverine deve essere un po’ più carismatico e d’impatto, il problema di questo attore è che è ancora più silenzioso di Tom Hardy in qualsiasi ruolo si trova.

Servirebbe una sceneggiatura che lo sblocchi e lo renda un Wolverine perfetto, lo stile da “boscaiolo” mi piacerebbe molto, con la possibilità di vederlo con il classico sigaro e anche lo stile Bikers come il primo Wolverine di Hugh Jackman.

Se dovessero fare un film solo con lui, mi piacerebbe vederlo sotto le direttive di James Mangold, il regista degli ultimi due film di Wolverine, tra cui il bellissimo “Logan”.

Mi piacerebbe vedere un Wolverine in lotta con il suo corpo, che vorrebbe essere normale non pieno di adamianto, un Logan quasi succube della sua invincibilità, alla ricerca di qualcuno che gli dia un ruolo in questa vita.

Sarebbe bello se perso nella sua disperazione tra alcol e droga incontra la donna della sua vita, una giovane Jean Grey che non sa ancora dosare i suoi poteri e che trova in Wolverine un “amico” con i suoi stessi problemi.

Jean Grey è fuggita dalla scuole degli X-Men e sta cercando di ritrovare se stessa, con Logan riusciranno davvero a capire che il loro potere può essere un dono e non solo una tortura e una condanna come credono.

Magari Jean Gray potrebbe interpretarla Lily Collins, non mi dispiacerebbe vederla in questi panni, potrebbe stupirci ne sono sicuro. Anche Amber Heard o addirittura Josephine Langford più scommessa delle altre.

Penso che comunque, Henry Cavill sarà quasi sicuramente il prossimo Wolverine e a me sinceramente piace molto questa idea, vedremo se rispetterà le aspettative.

Però come detto in partenza avevo tre idee… ho visto un immagine che mi ha stuzzicato la fantasia e che non mi dispiacerebbe come possibile Wolverine.

Ecco, Jason Momoa nei panni di Wolverine sarebbe davvero qualcosa di diverso e innovativo, anche forse un po’ rischioso.

Lui esce un po’ dai canoni a cui eravamo abituati essendo un personaggio ancora più possente e sicuramente più estroso dei precedenti.

Sarebbe adatto per un ruolo più movimentato e dinamico, un personaggio più arrogante un Wolverine che sia nella pieno delle forze e convinto delle proprie possibilità.

Un Logan sommerso dallo strapotere della sua parte da Wolverine che usa i suoi poteri al massimo, che ne va fiero e che non lascia speranza ai suoi nemici, me lo immagino aggressivo, solitario e che non bada ad usare la violenza se necessario.

In poche parole, per concludere, penso che il prossimo Wolverine vada scelto in base a ciò che il film ci vuole offrire, in base alla sceneggiatura e allo stile del regista, sono tutti tre attori che hanno delle ottime caratteristiche per interpretarlo ma è importante che si abbiamo le idee precise e chiare di come si vuole che sia il nuovo Logan detto Wolverine.

Spero che chiunque sia scelto sia all’altezza del predecessore Hugh Jackman.

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FANTASCENEGGIATURA : L’impresa più ardua, creare un nuovo Indiana Jones

Harrison Ford nei panni di Indiana Jones in un frame di un videogioco

Faccio la premessa che c’è già un Indiana Jones 5 in lavorazione, dovrebbe uscire nel 2022 e sarà diretto da James Mangold, regista che ho apprezzato molto in Logan.

Protagonista ovviamente sarà ancora Harrison Ford con tutto il peso dei suoi anni sulle spalle e con la necessità che il suo personaggio sia atletico e dinamico, Harrison ha 78 anni!

Dopo il flop di Indiana Jones 4, sarà la Disney a provare a riavviare questo franchise, per la gioa dei suoi fan (sarcasmo) che dopo Star wars potranno ammirare un altro splendido remake!

Certi sequel, sono tremendamente complessi da affrontare perchè vai a toccare prodotti che sono diventati dei cult veri e propri e che hanno un grande numero di fan, molto fedeli e che sono pronti ad attaccarti al primo errore che commetti.

Forse Indiana Jones è ancora più difficile e complesso di altri sequel perchè è legato, oserei direi intrappolato con il suo protagonista, perchè Harrison Ford è semplicemente il solo, unico e inimitabile vero Indiana Jones!

Puoi metterci quello che vuoi, le musiche di John Williams, i nazisti, i costumi ma non puoi assolutamente fare nulla se non hai lui, il protagonista della saga.

E pensare che per pochissimo il personaggio di Indiana Jones poteva essere interpretato da Tom Selleck, che rinuncio al ruolo per fare “Magnum P.I.” (su internet c’è un suo video nei panni di Indiana Jones).

Si vede che era destino, perchè Harrison Ford è davvero perfetto, sia per caratteristiche artistiche che per quelle fisiche, sembra davvero che questo personaggio sia stato scritto per lui.

Io odio solitamente i sequel e tutti i loro compagni, odio quando prendono un film che era un capolavoro e lo vogliono rifare a tutti i costi, rovinandolo praticamente sempre. Allo stesso tempo però mi intriga parecchio, perchè è una sfida importante, questa poi su tutte!

Quindi in barba a tutto ciò che ho detto prima nella mia premessa, io voglio “fare fuori” il caro buon vecchio Harrison, o almeno voglio che abbia un ruolo marginale.

In questo caso prima di scegliere l’attore che sarà praticamente il nuovo Indiana Jones, va sicuramente scritto qualcosa del personaggio che potrebbe essere il protagonista di Indiana Jones 5!

L’esperimento con Shia LeBeouf è fallito miseramente nel quarto film, con una trama davvero scialba, ma questo è un altro format.

Sicuramente il film dobbiamo ambientarlo fine anni 60′ tenendo conto dell’età di Harrison Ford. Poi io lo ambienterei dove tutto è partito in Perù dove Indiana Jones prende la statua della fertilità all’inizio del primo film.

Il protagonista sarà un giovane trafficante di reperti storici e all’inizio del film lo vedremo alle prese con un furto dove esprime tutte le sue capacità, un ladro, trafficante che però ha una grande conoscenza della storia e della archeologia.

Finito in disgrazia per colpa dell’ultimo colpo andato male il nostro protagonista che chiameremo provocatoriamente Nebraska decide di andare dove nessuno è mai andato e ritrovare il tesoro segreto degli Incas.

Nebraska crea un piccolo team di ladri e parte in viaggio verso il Perù, arrivato nella nazione inizia le sue ricerche, interrogando persone e seguendo una vecchia mappa trovata in una delle sue prime rapine e conservata a casa in caso di emergenza come in questo caso.

Nebraska è un profondo conoscitore di Indiana Jones ma n’è l’alter ego, un villain come protagonista che ha come uno scopo nella vita fare soldi, anche se c’è una parte in lui che ama anche il lato più puro dell’archeologia.

Non sapremo mai il suo nome, perchè lui si vuole far chiamare cosi come provocazione verso Indiana Jones, è la sua ossessione, per certi versi lo ammira e lo invidia allo stesso tempo.

Nebraska è solitario, cinico e freddo, non si sofferma mai su nulla e prosegue verso la sua strada, non ha il fascino di Indiana Jones, ha un carattere introverso e difficile da comprendere.

Deve essere una provocazione, un contrasto assoluto, ciò che sta intorno a lui è nello stile leggero quasi simpatico dei vecchi film, con i suoi compagni di avventura che lo prendono pure in giro per il suo carattere, ma lui è qualcosa di nuovo, di più serio se si può definire così.

Nel corso delle storia scoprirà che non c’è solo lui alla ricerca del tesoro degli Incas ma anche il vecchio Indiana Jones che questa volta è accompagnato da due giovani Studenti che vogliono seguire le orme del proprio maestro.

Nel finale, tra indigeni e spiriti Incas i protagonisti si ritrovano nella sala del tesoro, un confronto tra le due parti Indiana Jones e Nebraska, uno pensa ai soldi, l’altro allo storia e alla gloria.

Indiana Jones è stanco e sa che il suo “nemico” non esiterà a sparargli, eppure Nebraska non lo fa, si limita solo a rubargli il capello e a portare con se l’oro degli Incas, vincendo così il duello con il vecchio Indiana Jones.

Tornato sconfortato a casa, Indiana Jones scoprirà che in realtà il prezzo più bello e pregiato del tesoro è stato ritrovato in una teca di un museo messo li da Nebraska insieme al capello e alla frusta di Indiana Jones!

Passiamo ai casting, non voglio finire di provocare e penso che il mio protagonista Nebraska debba essere interpretato da Adam Driver, figlio di Ian Solo nell’ultima trilogia Star wars.

Penso che le sue capacità recitative, la faccia seria, il modo di porsi pacato e con un pizzico di follia lo rendano il protagonista perfetto per questo strano film di opposti, un film creato per provocare e innovare.

Al fianco di Indiana Jones mi piacerebbe vedere due giovani ragazzi, pronti per diventare degli archeologi come il loro maestro, uno potrebbe essere Joe Cole attore famoso per il suo ruolo come John Shelby in Peaky Blinders e invece la ragazza potrebbe essere interpretata da Isabela Moner, giovane attrice presente in Trasformers – L’ultimo cavaliere, adatta nella trama anche perchè di origini peruviane.

Ho provato a rendere Indiana Jones diverso, ad allontanarmi dalla bellezza e stile dei primi film in modo da non offendere i fan e per cercare di fare qualcosa di diverso.

Penso che l’unico modo vero per fare un sequel sia quello di creare si la giusta dose di nostalgia, ma allo stesso tempo di cambiare molte cose anche un po’ nello stile e nella trama, ribaltando ad esempio la situazione.

Nel film come per noi spettatori, Indiana Jones sarà un mito, un ossessione per il protagonista che in fondo non vuole essere per sempre un ladro, vorrebbe essere come Indiana Jones anche se la natura non ci riesce.

Questo film rappresenta proprio la metafora di chi vuole ricreare questo film e renderlo epico come i primi, di chi vuole catturare di nuovo le persone.

Il protagonista batte Indiana Jones ma come i registi e gli autori si rende conto che non può farlo e lo omaggia con la teca nel museo, simbolo del cult che quegli oggetti sono diventati per il pubblico di questo film.

Il mio Indiana Jones è un film diverso, provocante, sicuramente con lo stile dei vecchi film, con la colonna sonora di sempre, magari un po’ più moderna, ma con una trama inedita che sia una ricerca del vecchio passando poi per il nuovo, voglio che per la prima volta il nemico sia il protagonista e che Indiana Jones sia un icona più che un personaggio.

Lo so stride un po’, siamo troppo abituati al classico, però è una sfida e presa come tale ho voluto esagerare e creare un film particolare e innovativo con naturalmente i classici e buoni vecchi clichè.

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FANTASCENEGGIATURA : MATT BOMER SAREBBE UN BATMAN PERFETTO

FAN PICTURES CON MATT BOMER NEI PANNI DI BATMAN

Quante volte ci divertiamo ad indicare quale secondo noi sarebbe l’attore perfetto per un determinato ruolo, quale sarebbe secondo noi la trama migliore per un determinato personaggio.

Con i supereroi diventa tutto più fantasioso e bello, perchè è più facile e perchè sappiamo già con certezza come sarà il personaggio che l’attore dovrà interpretare, con Batman, con Spiderman o con superman questo succede ogni volta che viene prodotto un film.

Tutti noi indichiamo secondo la nostra opinione quale attore sia perfetto o meno per quel determinato eroe dei fumetti, a volte siamo curiosi altre siamo scettici, in alcuni casi invece, troppo legati al passato.

Batman su tutti è stato interpretato da molti attori, tra cui l’ultimo da Ben Affleck in attesa di vedere Robert Pattinson.

Qualsiasi scelta venga presa dalla produzione verrà sotterrata da pesanti critiche come successo con Michael Keaton che secondo i fan del fumetto non sarebbe stato un ottimo Bruce Wayne.

Però dai che bello fantasticare ed immaginare un determinato attore in un determinato ruolo.

Il futuro di Wolverine è incerto, chissà chi prenderà in futuro il ruolo di un apparente insuperabile Hugh Jackman.

Ma parliamo di Batman e Bomer…

Ruolo molto complesso che può cambiare a seconda del tempo e del fumetto da cui si prende spunto, è comunque un fumetto, ma allo stesso tempo è forse il supereroe meno “comic” e più realistico di tutti.

Quello per cui è più facile far film realistici, vedi i Batman di Nolan o il Joker di Phillips, è un personaggio che può svariare ed essere interpretato in mille modi e che sicuramente ha i Villain più belli del panorama fumettistico,

Il Villain è sicuramente importante quanto il protagonista, lo supporta e lo rende migliore, più il cattivo è fatto bene e convincente, più l’eroe e chi lo interpreta ne trae vantaggio.

un altro aspetto da tener conto è che in Batman, l’attore deve convincere sicuramente di più quando è Bruce Wayne di quando è mascherato.

Proprio pensando a questo ho sempre visto in Matt Bomer un Bruce Wayne perfetto, perchè mi trasmette eleganza e mistero allo stesso tempo, sembra un uomo tutto di un pezzo ma tormentato dalle sue paure e dalla voglia di giustizia.

Ricordo di averlo visto la prima volta in una piccolissima parte nel film “In Time” e ho subito pensato che sarebbe stato un Bruce Wayne perfetto.

A mio parere sarebbe bello un film dove ci mostra di più l’uomo e meno il supereroe, sarebbe si un azzardo ma sarebbe una scelta un po’ diversa è nuova.

Perderebbe d’azione sicuramente e darebbe più spazio alla psicologia e alla introspezione, però mi piacerebbe vedere un film incentrato molto sulla vita di Bruce Wayne e sulle sue scelte e sacrifici per essere Batman.

Penso che Matt Bomer sia davvero adatto per fare un film del genere, dove per la prima volta sia Bruce il centro e non la sua vita mascherata.

Penso dopo i film di Reeves con Pattinson sarà il momento giusto per fare un film del genere, senza inventarsi troppe cose, senza troppo “fumetto” alla Tim Burton ma con più realismo in stile Nolan quasi da renderlo un NOIRE.

Come detto prima serve un contorno, serve qualcuno che sia a fianco di Bomer e che sia il suo antagonista.

Per una trama così introspettiva e poco d’azione penso che il Villain ideale sia l’enigmista, che in questo caso potrebbe essere un criminale che vuole mettere a soqquadro la vita del signor Wayne, che vuole far crollare la sua economia per sconfiggere Batman.

Vorrei un enigmista meno folle di quello di Jim Carrey, più equilibrato, con ingenio e cattiveria verso la famiglia Wayne, un ragazzo che appare intelligente e che non fa trapelare il proprio squilibrio.

Come ho già letto in giro, Eddie Redmayne si è proposto per questo ruolo e devo dire che in effetti potrebbe proprio calzarli a pennello, anche se mi stuzzica l’idea di vedere Johnny Depp in questo ruolo.

Poi siccome la storia è più su Bruce che su Batman, sarà fondamentale il ruolo del suo custode, maggiordomo e “genitore”, Alfred.

I opterei per un attore Britannico, con il giusto accento e la giusta eleganza che caratterizzano un maggiordomo come Alfred, sono indeciso in realtà tra due opposti uno come Charles Dance, alto ed elegante oppure uno più anziano con la faccia più “buona” come Ian Mckellen.

Poi stavo pensando di affiancare a questo Batman, un giovanissimo Robin, magari strappato dalla follia del nemico e di mettere Bruce in una relazione avanzata con Vicky Vale in modo da evidenziare un difficile rapporto tra la vita da Wayne e la vita da Batman.

Mi piacerebbe vedere Logan Lerman nel ruolo di Robin, oppure un attore un po’ più “Maturo” tipo Aaron Taylor-Johnson, mi immagino un Robin confuso, sfacciato e ribelle che vuole solo vendetta verso l’enigmista ma che non riesce a competere con lui e ha bisogno dell’intelligenza e intuito di Batman.

Un Robin molto atipico, scuro e quasi tenebroso, avvolto dalla solitudine e ossessionato dalla vendetta, un ragazzo che pensa che magari la droga sia una via d’uscita, un ragazzo perso che ha sicuramente bisogno di una guida.

Per il ruolo di Vicky Vale mi immagino una donna forte e indipendente, che essendo una giornalista è molto indipendente e coraggiosa, ho in mente tre nomi che potrebbero essere adatti per il ruolo, Bryce Dallas Howard, Emily Blunt o Jessica Chastain.

Alla fine è questa la mia idea per il Batman di Bomer, un Batman più umano, che deve mandare avanti il suo impero e allo stesso tempo sconfiggere il crimine a Gotham.

Ci sarebbero altri mille personaggi e idee da esporre per un film del genere, voi cosa ne pensate? divertitevi a dire la vostra nei commenti, usate la fantasia e creata il vostro Batman preferito…